Se cercate uno scrittore di gialli divertenti potete scegliere Richard Osman con il suo club dei delitti del giovedì. Assassino svelato solo quando l'autore ha dato la spiegazione nelle ultime poche pagine del libro, non lo avrei mai potuto indovinare. Personaggi simpatici, tanta speranza di un mondo migliore e migliorabile, belle ambientazioni. Ho già ordinato il secondo della serie.

Questo libro è il romanzo d’esordio di Osman, un autore e conduttore televisivo molto noto in Gran Bretagna. La struttura narrativa è quella di un giallo sulla quale sono stati innestati elementi di commedia, di tragedia, nonché alcuni spunti rosa e umoristici. L’azione principale ha luogo a “Coopers Chase”, una casa di riposo nella campagna del Kent per anziani benestanti. Tra le varie attività ricreative c’è anche un “club dei delitti” che si riunisce ogni giovedì e chi si occupa di casi criminali irrisolti. Partecipano a questo club quattro ospiti tra i 75 e gli 80 anni: Elizabeth, che nella vita attiva ha verosimilmente lavorato nei servizi segreti, Ibrahim, un ex psichiatra, Ron, un ex sindacalista, e Joyce, una ex infermiera, che ha sostituito Penny, una ex ispettrice capo di polizia, passata di recente nella sezione della casa di riposo riservata agli ospiti non autonomi. L’azione parte con l’omicidio del socio di minoranza dell’impresa che gestisce la casa di riposo, a cui fa seguito poco dopo anche quello del socio di maggioranza. Questi due fatti di sangue attirano inevitabilmente l’attenzione dei membri del “club dei delitti” i quali, con varie e divertenti forzature, riescono ad attivare un efficace canale di collaborazione con la polizia locale. La trama è ricca di false piste, che consentiranno, comunque, di scoprire dei segreti a lungo nascosti di alcuni personaggi, abitanti del luogo o ospiti della casa di riposo, e solo alla fine, dopo molti colpi di scena, tutti i tasselli andranno al loro posto. A parte l’intreccio poliziesco, il romanzo affronta vari temi esistenziali, tra i quali quello più rilevante è la condizione umana nella terza età, rappresentata dal punto di vista degli anziani, che avvertono il progressivo declino delle loro capacità fisiche e mentali, e da quello delle persone più giovani, che tendono a vedere gli anziani più come un peso che come una risorsa. Scritto in maniera molto brillante, il romanzo intrattiene e fa riflettere.

Amici improvvisati, vicini di casa in un quartiere residenziale per anziani nella campagna inglese. Tra le varie attività passatempo sono proposte scuole di bridge, di uncinetto e anche una ristretta riunione settimanale per risolvere delitti dei tempi passati e balzati agli onori della cronaca. I nostri partecipanti sono appassionati di tutti i programmi televisivi su cold case e gialli vari. La loro provenienza lavorativa è diversa e solo in un caso, attinente. Ovviamente parteciperanno alla soluzione di due delitti che si consumeranno nella narrazione e si scopriranno tanti aspetti di questa piccola comunità variegata che comprende un grande e importante passato. Il romanzo è scorrevole e tutto sommato anche abbastanza verosimile. La vicenda non annoia. Due pecche importanti sono: un cappello introduttivo troppo lungo per descrivere i nostri personaggi e tanti i personaggi coinvolti nello svolgimento, il che rende un po’ dispersiva la storia.