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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento10/01/2020
La consapevolezza dell’angelo
Uscito appena due anni prima della caduta del muro, il film riesce a comunicare, nei propri confini narrativi, la situazione di dolore e smarrimento nei rapporti affettivi e sociali di una Berlino ancora divisa; mentre su tutto grava, sul presente come sul passato, la presenza funesta di quel tangibile confine tra due mondi. Amaro e ambivalente sarà il commento di Marion: “Non ci si può perdere a Berlino. Si arriva sempre al muro”. Sì, è lì che si arriva(va) sempre: con il corpo o con il pensiero. Siamo proiettati in quella Berlino attraverso gli occhi e la narrazione di Damiel e Cassiel, due angeli che vagano per le strade osservando i comportamenti dei suoi abitanti e leggendone i pensieri. Essi percepiscono la felicità e le ansie, le frustrazioni e la disperazione degli esseri umani, consci di non poter fare nulla di concreto per aiutarli. I due angeli sono incantati dagli esseri umani, ma incapaci di comprenderli nella loro interezza, poiché costituiti di sola spiritualità; condizione che li costringe a non potere vedere i colori, percepire sapori ed odori e soprattutto impedisce loro di provare emozioni. Costretti a poter soltanto immaginare cosa significhi vivere, finiscono per invidiare un po’ un essere imperfetto quale l’uomo: “Sì, è magnifico vivere di solo spirito e giorno dopo giorno testimoniare alla gente, per l’eternità, soltanto ciò che è spirituale. Ma a volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa e allora non vorrei più fluttuare così in eterno, vorrei sentire un peso dentro di me che mi levi quest’infinitezza legandomi in qualche modo alla terra: a ogni passo, a ogni colpo di vento, vorrei poter dire “Ora” “Ora” e “Ora” e non più “Da sempre”, “In eterno”. Per esempio, non so: sedersi al tavolo da gioco ed essere salutato, anche solo con un cenno. Ogni volta che noi abbiamo fatto qualcosa era solo per finta”. Damiel, quello che tra i due si dimostra maggiormente partecipe dei problemi degli esseri umani, un giorno arriva in un circo dove vede Marion, una bella trapezista che si sente molto sola, e finisce per innamorarsene. Sarà la molla che lo spingerà alla scelta estrema: diventare un uomo, un mortale. Aiutato in questa scelta anche da … Peter Falk; che qui interpreta un sé stesso assai particolare. Giunto a Berlino per girare un film sui nazisti, confesserà che in passato era anch’egli un angelo, ma che aveva deciso di rinunciare alla sua immortalità per poter vivere la medesima vita degli esseri umani invece di limitarsi ad osservarla dal di fuori. Significativamente, la pellicola è realizzata in un originario bianco e nero che assume colore appena la vista da angelica diventa umana. Ai due minuti conclusivi sono affidate le ultime riflessioni che Damiel ci regala quasi sillabandole, mentre ammira e assiste la sua Marion e Cassiel è a sua volta seduto sullo sfondo, ma ancora e sempre in bianco e nero: “Questa notte ho imparato a stupirmi … C’era una volta… C’era una volta e dunque ci sarà. L’immagine che abbiamo creato sarà l’immagine che accompagnerà la mia morte. In questa immagine avrò vissuto. Solo lo stupore su di noi, lo stupore dell’uomo e della donna ha fatto di me un uomo. Io … ora .. so … ciò che … nessun angelo … sa”. Un film di straordinaria carica poetica, che scorre attraverso il quasi esclusivo fluire della narrazione o del dialogo tra i due angeli e che da subito ho inserito nel ristrettissimo novero dei miei film irrinunciabili.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento30/12/2019
Poesia su celluloide
Film poetico e struggente. Se siete in cerca di un film d'azione accomodatevi altrove, ma questo film è un'opera d'arte.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento24/10/2019
Aria da cineforum
Un'atmosfera un po' lugubre, con una Berlino spezzata dal muro, la sceneggiatura curata con Peter Handke, oggi premio nobel per la letteratura (!). Angeli che vagano tra anime terrene, ascoltando i loro pensieri. Particolari ben definiti, vite reduci dalla guerra alla ricerca di un significato. Il film è molto interessante, ma lento e a tratti anche noioso. Eppure è considerato un film di alta cultura, o forse di cultura imposta dall'alto?Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
08/07/2019Mi dispiace ma con Wenders proprio non ci siamo. Sarò controcorrente ma ho trovato il film pesante e con una trama in fondo molto debole. Anche la costruzione delle scene sembra più datata di quanto in realtà non sia. Si salva un po' solo la fotografia. Dopo le delusioni con film precedenti questa volta speravo in qualcosa di più intrigante e invece...Hai trovato utile questo commento?
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