In una Italia ribaltata, le complicazioni del pensiero e della parola sono segno di corruzione e malafede, un trucco dell'élite per ingannare il popolo che, in mancanza di qualcosa in cui sperare, cede a scoppi di rabbia, applausi liberatori, insulti via web, bastonate e ad una ininterrotta caccia alle streghe: di clandestini, di rom, dei raccomandati e degli omosessuali.
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Tocca poi anche agli intellettuali: primo è il professor Prospero, linciato sul pianerottolo di casa e colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, peraltro rimbrottato immediatamente dal conduttore con 'Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore'. A seguito dell'omicidio dell'accademico il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic, per censire coloro che 'si ostinano a credersi più intelligenti degli altri': la scusa è quella di proteggerli, ma molti non ci cascano e, per non essere schedati, si affrettano a svuotare le librerie e far sparire dagli armadi i prediletti maglioni di cachemire...