È sempre intorno a loro, le fimmine, che si agita il mare delle passioni. E il mare, quando tira malo tempo, in un niente può volgere a tempesta.
[...]
Lo stesso è se la donna in questione è una statua di marmo, un opulento nudo di Botero, il cui sedere da tre tonnellate guarda malauguratamente in direzione di una chiesa? È quel che succede a Bauci, piccolo borgo a strapiombo sulla costiera amalfitana, diventato località alla moda grazie a un festival artistico che quest’anno celebra appunto il maestro colombiano. Quando don Enzo, il parroco, vede l’opera al centro della piazza va su tutte le furie: come si può concepire tale oscenità, peraltro a pochi giorni dalla visita del vescovo? Ma toglierla non si può. Spostarla neppure. Cosa fare, dunque? Se lo chiede Rocco Casillo, il sindaco, al quale la statua serve per coronare i suoi sogni politici, e se lo chiede l’intera, colorata comunità di Bauci. Strane dicerie e fatti inspiegabili si susseguono fin quando, ai piedi dell’imponente chiattona, compare un fagotto con dentro una neonata. La pietra dello scandalo è servita… In un romanzo che sembra già un classico, Franco Di Mare dirige un coro formidabile di furbizie e rivalità, voltafaccia e colpi di genio. E tocca il nostro cuore da vicino, strappandoci sorrisi e lacrime. Bauci non esiste eppure è verissima, è al Sud ma potrebbe trovarsi in qualunque parte d’Italia; i suoi abitanti siamo noi, così ingegnosi nel complicarci la vita ma così tenaci nel tirarci fuori dai guai.
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13/12/2018
leggero e divertente
E' un romanzo piacevole, scritto molto bene, con stile semplice ed ironico. I personaggi sono molto umani e i sentimenti del meridione sono ben descritti, con i pettegolezzi che la fanno da padrone nel caffè del titolo. Un romanzo che strappa sorrisi e lacrime.