...ancora questo film dopo dei commenti così belle e sentiti. Un giovanissimo Gassman che ci stupisce con un'interpretazione matura. E non facile. Certo la mano delicata ma forte del regista, anche lui giovane, si fa sentire. Ma aldilà delle scelte che si compiono quello che mi ha incantato è il coraggio dimostrato. Una vita di successo ma stretta dentro delle necessità inespresse. Cosa può volere un giovane uomo di affari che, sembra, avere avuto tutto dalla vita ? Come si fa ad ascoltarsi, a restare in silenzio per cercare di sentire le sensazioni più lontane che pure arrivano. Ed anche scomode. Istambul aiuta in questo. Vissuta da semplice turista incanta. Mi è successo. Sempre e sin dalla prima volta. Viverla da abitante, andare, conoscere, restare in quei vicoli, in mezzo a quella gente. A quelle case. Alte. Con terrazze bellissime e piene di scale. Ci sono anche i fantasmi ma questa è un'altra storia. Dicevamo del coraggio. Capita a volte di sfiorare, venire a contatto con un'altra vita. Dove ti senti realmente quello che sei. Sei sempre lo stesso è chiaro. Ma cambiano le tue percezioni. I tuoi sensi si allungano. Vedi di più, senti di più, tocchi di più....insomma stai meglio. E quello stare meglio ti sconvolge. Invece di immergersi dentro scappi. Si torna nella propria confort zone e ci si rimane.... Peccato. Peccato davvero.

Film molto profondo, si scopre in un viaggio dell' omosessualita' di francesco. E' descritta in modo molto dolce senza offendere nessuno come e' bravissimo a fare il regista. Film duro ma anche con un percorso maturativo del personaggio principale e alla fine di tutti gli altri che porta ad una conclusione un po' amara. Splendida Istambul com'e' descritta. Gassmann e' fantastico

Bell'esordio del giovane Ozpetek, in una Istanbul ancora ricca di quel fascino antico che sta lentamente sgretolandosi. Credibile e affascinante il percorso di Francesco, che si riscopre nel suo viaggio così simile a quello che anni prima ha portato via la zia, con cui sembra dialogare attraverso le vecchie lettere mai spedite e lette. Dolcissima e malinconica la chiusura: "Qualche volta al tramonto mi prende la malinconia… ma poi all'improvviso arriva questo vento fresco e se la porta lontano… è un vento strano, che non ho sentito mai da nessun'altra parte… è un vento leggero, che mi vuole bene".