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I giorni di vetro

Verna, Nicoletta

narrativa Giulio Einaudi editore 2024

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È ingenua, ma il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. È vulnerabile, ma resiste alla ferocia del suo tempo. È un personaggio letterario magnifico. La voce di Redenta continuerà a risuonare a lungo, dopo che avrete chiuso l’ultima pagina. Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. [...]
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    17/04/2025
      

    Donne "resistenti"

    Nicoletta Verna ha costruito una storia intensa, spesso toccante anche nella sua durezza, scritta con uno stile coinvolgente. Il romanzo restituisce uno spaccato complesso dell’Italia durante il ventennio fascista, dal 1924 al 1945. L’ambientazione è la Romagna, terra di Mussolini, tra Tavolicci e Castrocaro, dove, all’hotel Terme, il 25 settembre 1943 nasce la Repubblica di Salò. Il racconto si snoda attraverso le voci di due donne le cui vite, per quanto diverse, finiranno per intrecciarsi. Redenta nasce il giorno dell’omicidio di Matteotti, dopo tre fratelli nati morti. È una creatura buona, pura, dal carattere docile. E’ colpita dalla poliomielite, che le lascia una “gamba matta” e sarà sempre marchiata dalla sfortuna, tanto che in paese si mormora che abbia la “scarogna” e per tutti sarà la “purina”. E’ cresciuta dalla nonna materna, la Fafina, che accoglie orfani, tra i quali c’è Bruno, un ragazzino pronto a schierarsi dalla parte dei deboli. E’ di lui che Redenta si innamora. Ma il destino ha in serbo altro: viene data in sposa a un gerarca fascista, Amedeo Neri, detto Vetro, per via dell’occhio perso in Etiopia. Vetro è un uomo affascinante nell’aspetto, ma oscuro nell’animo. La sua è una presenza inquietante, ambigua, nutrita di male. Non sposa Redenta per amore né per interesse, ma per puro sadismo. La perseguita con una crudeltà sempre più efferata, approfittando della sua incapacità di ribellarsi. Un personaggio dominato da una ferocia gratuita, che esercita indistintamente nel privato come nel politico e si alimenta del male che perpetra. Poi c’è Iris, diversa in tutto e per tutto: se Redenta è umile, lei è sfrontata; se una è mite e ignorante, l’altra è spavalda e colta, cresciuta da una madre maestra. Trasferitasi a Forlì da Tavolicci per lavorare presso una coppia di marchesi antifascisti, Iris si innamora di Diaz, comandante partigiano, e ne condivide la lotta, entrando in clandestinità. n romanzo ben strutturato, intriso di credenze e superstizioni, una narrazione potente, con personaggi ben delineati, ricca di dettagli, anche se a tratti talmente dura da diventare disturbante per la violenza che esprime. Come ha dichiarato l’autrice: “Non c’è niente di vero, eppure non c’è niente di falso. Non c’è niente di vero, perché la storia è del tutto inventata, eppure non c’è niente di falso, perché quasi ogni vicenda parte da racconti e personaggi di cui in qualche modo ho letto o avuto notizia” – tra cui l’eccidio di Tavolicci, la più grande strage compiuta in Romagna dai nazifascisti: sessantaquattro morti, di cui diciannove bambini. C’è però qualcosa che mi ha lasciato perplessa: il personaggio di Vetro. Viene rappresentato solo attraverso la sua crudeltà, un mostro privo di sfumature che sembra esistere solo per incarnare il male, per il proprio godimento, il male assoluto. Insomma, un po’ troppo mostro. Il troppo spesso storpia. Resta comunque un romanzo di grande impatto, che lascia il segno per la forza della narrazione e per la capacità di raccontare la complessità di un’epoca violenta e dolorosa, una ricostruzione storica accurata. Redenta resta nel cuore, con la sua fragilità, la sua bontà indifesa, la sua resistenza silenziosa. E Iris, così diversa, porta il fuoco dell’azione, della ribellione, del coraggio. Due figure femminili che si completano e, insieme, rappresentano la forza di resistere.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    16/04/2025
      

    Non avevo letto ancora nulla di questa scrittrice italiana, ma dovrò rimediare, perché questo romanzo mi è piaciuto molto, e speravo sarebbe stato incluso nella cinquina finale del Premio Strega 2025. La storia, ambientata a Castrocaro nel ventennio fascista, racconta le vicende di due donne, due personaggi forti che restano nel cuore dei lettori. E' un racconto duro, certe pagine sono un pugno nello stomaco del lettore, ma lo stile di scrittura è pervaso da una vena di ironia, amalgamata con un pizzico di realismo magico che non guasta, ed è inframmezzato da termini dialettali romagnoli che lo rendono originale, ma comprensibilissimo. E' un romanzo potente, da leggere.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    06/03/2025
      

    I giorni della crudeltà

    Per capire il perché di un titolo che mette l'accento su un personaggio spietato e spregevole che in fondo non è neanche il protagonista del romanzo (anche se la sua esistenza risulta fondamentale per le due donne che sono invece le narratrici) bisogna arrivare quasi alla fine di quello che risulta essere il racconto terribile di un periodo della nostra storia. Dall'inizio del fascismo, ben rappresentato nel padre di Redenta, che vi trova un motivo di successo personale, alla resistenza partigiana, incarnata nella figura di Diaz, giovane idealista dietro al quale si perdono gli amori delle due protagoniste. In fondo noi vogliamo illuderci che Redenta e Iris siano donne forti, e certo nel loro mondo ristretto lo sono, ma per l'appunto nulla o ben poco possono affrontando la crudeltà della guerra e il terrore imposto loro da un fascista tutto d'un pezzo, violento e crudele, quale è Vetro. E quindi "i giorni di Vetro" segneranno per sempre e in maniera indelebile la loro vita, da cui usciranno sconfitte, e ci risulterà chiaro perché non si possa parlare invece di "giorni di Diaz". Verna colpisce nel segno, ci fa molto male narrando senza nasconderci quasi nulla delle terribili violenze di cui sono vittime le due donne (e posso solo immaginare, da uomo, come tale sentimento sia amplificato per le lettrici). La storia procede a lungo su due binari paralleli, che poi si incontrano e si fondono nell'ultimo terzo di romanzo. Credo potrà essere un romanzo che resterà a lungo nella mia memoria e in quella di quasi tutti i suoi lettori.
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  • 2 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    25/02/2025
      

    I giorni di vetro

    Un libro crudo perfino troppo. La prima parte è decisamente più intensa e appassionante, poi gli abusi sulla protagonista lasciano l'amaro in bocca e diventa difficile continuare il racconto. Ho trovato alcune parti , soprattutto verso la fine, superflue e non necessarie.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Maria Attolini

    23/09/2024   

    I giorni di vetro

    I giorni di Vetro é un romanzo intenso, duro, straziante. É la storia dell'Italia, nel Ventennio fascista e di due donne, Redenta e Iris. Redenta, che porta la scarogna, un destino segnato dalla sofferenza e dalla malattia, una gamba "matta" conseguenza della polio, incrocera' la sua vita con quella della partigiana Iris. La Storia del Ventennio é cruda, spietata, violenta e non solo In Italia. Basti pensare alla guerra di Etiopia e alla carneficina di Addis Abeba del 1937 quando gli italiani massacrarono in tre giorni trentamila persone tra cui donne e bambini. Nicoletta Verna ci regala personaggi che non si dimenticano su cui svettano donne di forza straordinaria capaci di resistere al male assoluto, ai vetri rotti nella carne. Un libro potentissimo, ben scritto e raccontato senza sconti in cui la narrazione presenta pagine molto forti in cui la descrizione delle violenze e delle sevizie arriva dritta come un pugno allo stomaco. Un romanzo storico in cui l’autrice ha "scelto di raccontare il passato per parlare della violenza del presente". Una lettura che cattura e lascia il segno, divorata in pochi giorni.
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  • 7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento

    Cesarina Evangelista

    02/08/2024
      

    Per non dimenticare

    Ancora una volta un libro sulle atrocità del fascismo e sulla Resistenza, segno che questo periodo storico ancora non viene del tutto elaborato. E’ un libro sulla violenza che si abbatte su tutto e su tutti, colpevoli e innocenti, persone e cose, soprattutto sulle donne: la guerra rende disumani, capace di azioni impensabili in tempi ordinari. Siamo in Romagna nel 1943, dopo l’armistizio del nove settembre, quando la coda del fascismo diventa ancora più velenosa. La protagonista, Redenta, nasce lo stesso giorno della morte di Matteotti con un oscuro destino, la scarogna, che la accompagnerà per tutta la vita. E’ una storia di donne umiliate, abusate, violentate, da parte di mariti prepotenti, sadici, boriosi. Ma anche una storia di coraggio di molte persone che hanno combattuto il fascismo, spesso fidandosi di traditori vestiti da agnelli.
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  • 7 / 13 utenti hanno trovato utile questo commento
    29/06/2024
      

    i giorni di Vetro

    un racconto toccante e doloroso, tutte le nefandezze subite fisicamente e psicologicamente in un periodo scuro della ns storia, una lettura scorrevole e ricca di episodi e storie da non dimenticare, un libro per la memoria.
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