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HHhH : il cervello di Himmler si chiama Heydrich

Binet, Laurent

Giulio Einaudi editore 2011

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La storia che viene qui raccontata è una storia nota. Apparentemente nota: l'attentato a Heydrich del 27 maggio 1942. In realtà, la sensazione è quella di leggerla per la prima volta, in tutta la sua trascinante forza narrativa e nella sua drammatica verità documentaria. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    23/10/2020
      

    HHhH in realtà è ben più della storia di Heydrich. È vero che Laurent Binet ce lo fa conoscere sin da piccolo, ci spiega i suoi fallimenti e i suoi successi, fino all'attentato alla sua vita in quell'interminabile 27 maggio 1942: l'Operazione Antropoide. Chiaramente l'autore si sofferma anche sulla carriera e vita nazista di Heydrich, uno degli uomini più pericolosi e spaventosi del Reich di Hitler. Ma, come dicevo, questo libro è più di quello che sembra. È a tratti un romanzo, a tratti un saggio e perfino un diario di Binet. L'autore si lascia vincere ogni tanto, e tra tutti gli avvenimenti realmente accaduti, le frasi uscite davvero dalla bocca di qualcuno, ci infila qualcosa della sua immaginazione. Ci tiene con lui quando scopre questo o quel dettaglio. Ma soprattutto è un libro per chi è stato dimenticato. Perché Binet si sente terribilmente in colpa di non poter dedicare tutte le parole che vorrebbe a quelle famiglie, a quelle persone, che hanno pagato la crudeltà di Heydrich (e la crudeltà nazista in generale durante tutto il periodo della Seconda Guerra Mondiale) con la vita. Ma non per questo trascura i grandi eroi dell'Operazione Antropoide: Gabčík e Kubiš. Ci racconta in particolare i loro ultimi giorni, insieme agli altri paracadutisti, come tutti combattono fino all'ultimo contro i tedeschi. E anche quando sanno ormai di aver perso, in realtà, non hanno perso affatto. Un romanzo bellissimo che secondo me dovrebbe essere letto da tutti, come "La banalità del male" di Hannah Arendt, per non dimenticare mai e poi mai.
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    27/12/2019
      

    Molto coinvolgente

    Il libro narra l’Operazione Antropoide, l’attentato che i paracadutisti Jozef Gabčík (slovacco) e Jan Kubiš (ceco) attuarono a Praga nel 1942 contro il generale delle SS Reinhard Heydrich, plenipotenziario di Hitler nella città, la "bestia bionda", l'ideatore della "soluzione finale". La narrazione dei drammatici avvenimenti è intramezzata dall'autore con le proprie vicende personali, rendendoci partecipi del suo lavoro, lo scrivere di storia. Da un lato la necessità di attenersi ai fatti documentati, dall'altro quella di aggiungere elementi inventati per colmare le lacune e per completare la narrazione. Di ciò egli sente tutta la responsabilità, prova imbarazzo fino a definirsi ridicolo per le proprie invenzioni romanzesche, per il trasformare in personaggi i reali protagonisti della storia. Ma quello che vuole è raccontare le vicende dei due eroi della resistenza cecoslovacca, e ci riesce benissimo: pagina dopo pagina ci si sente sempre più coinvolti, dalla preparazione dell'attentato alla sua esecuzione, fino all'epilogo nella cripta della chiesa ortodossa dei Santi Cirillo e Metodio.
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