Romanzo scritto con uno stile lento dalle descrizioni accurate ed eleganti. Contenuti tipicamente giapponesi che sicuramente verranno apprezzati e capiti maggiormente da chi conosce e ama questo Paese. Altrimenti può risultare noioso e ripetitivo.

Incipit: "Salivo per un sentiero di montagna e riflettevo. Se si usa la ragione il carattere s'inasprisce. se si immergono i remi nel sentimento si è travolti.(...) Quando s’intuisce che abitare è arduo, ovunque ci si trasferisca, inizia la poesia, nasce la pittura. " L'autore di questa prosa che assomiglia alla poesia è lo scrittore giapponese Natsume Soseki (1867-1916). Qui dà vita a uno zibaldone di pensieri che vanno a zig zag, dall'osservazione del mondo intorno al protagonista a riflessioni interiori profonde, e catturano l'attenzione del lettore dalla prima all'ultima pagina. Per me questo libro, scritto nel 1905, è più bello de "Il gatto" (1906), romanzo surreale di Soseki, più famoso presso il pubblico.

Il libro più bello che abbia letto in tutto l'anno, pura poesia.