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Fahrenheit 451

Bradbury, Ray

Fantascienza Arnoldo Mondadori editore 1989

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Genere: fantascienza.
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  • 0 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    29/11/2023
      

    Un classico

    Grande classico intramontabile, bello e illuminante
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Carmen Martone

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    07/05/2022
      

    Altro che serie tv!

    Struttura a climax, un crescendo di emozioni, suspense, tensione: si condivide lo smarrimento del protagonista, si corre insieme a lui nel cuore della notte, si bramano con lui risposte dai personaggi più "anziani". Coerente con tutto ciò, il finale: non sazia, non appaga, è una finestra spalancata... Sconsigliato ai deboli di cuore.
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  • 20 / 20 utenti hanno trovato utile questo commento
    11/10/2020
      

    " Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girare manopole, abbassare leve, ...

    ... applicare dadi e viti ? " Breve romanzo distopico tra i più celebri, pietra miliare nel genere della fantapolitica, Fahrenheit 451 ( edito nel 1953 ) delinea un'ipotetica ed ipertecnologica società del futuro, dominata da un cupo regime totalitario che reprime la conoscenza letteraria, la memoria storica e, più in generale, tutti i saperi reperibili nelle fonti scritte; di conseguenza non solo vieta ai sudditi il possesso dei libri ( riservando ai trasgressori l'arresto immediato ), ma ne dispone la sistematica distruzione attraverso "necessari" incendi catartici, durante i quali la carta inizia a bruciare, come si evince dal titolo, alla temperatura di 451 gradi della scala Fahrenheit. I Vigili, opportunamente addestrati e ciecamente orgogliosi della loro missione, appiccano il fuoco proprio per polverizzare e quindi annientare quelli che sono ritenuti pericolosissimi strumenti di corruzione sociale, incuranti di ridurre in cenere anche intere abitazioni e talvolta persino gli esseri umani al loro interno. Tuttavia alcune certezze del protagonista Guy Montag iniziano ad incrinarsi. La conoscenza di una "strana" ragazza e, successivamente, il tragico episodio di una studiosa votata al martirio determinano in lui una crisi esistenziale, una metamorfosi interiore inizialmente dissimulata per motivi di sicurezza. Il seguito del racconto e soprattutto il finale lasciano spazio ad un moderato ottimismo sul destino dell'umanità. È evidente che Ray Bradbury per la composizione di questo romanzo tragga spunto dalle censure imposte, in particolare dalle dittature del XX secolo, per limitare la libertà di stampa; d'altra parte il rapporto tra potere politico e cultura, aspetto ricorrente nel corso di tutta la storia umana, assume qui un fascino perverso, perché proiettato a distanza di tempo in una "civiltà" nichilista, quasi deumanizzata, ormai disabituata al libero pensiero e alla creatività, i cui ritmi sono scanditi dalla presenza invadente delle macchine, dell'elettronica ( ad es. Mildred, moglie di Montag, trascorre le giornate interagendo con la TV ) e la cui realtà è alterata dallo strapotere mediatico, sebbene tuttavia si registrino pervicaci eccezioni rappresentate da coraggiosi "eretici". È inquietante notare, infine, che alcune profezie elaborate dall'autore trovano purtroppo già un effettivo riscontro nella nostra società globalizzata del XXI secolo.
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  • 3 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Michele D'apuzzo

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    11/05/2020
      

    Sono da sempre un fautore della “ Rilettura” , soprattutto se fatta dopo molti anni, strumento importante nelle attività di scandagliamento di un testo e nella ricerca di quei dettagli/chiavi di accesso che in prima battuta potevano essere sfuggiti o poco attenzionati. Ogni anno, generalmente, contemplando almeno un autore italiano del Novecento, mi dedico alla ripresa di alcuni libri , i cui ricordi si perdono nella notte dei tempi. Tuttavia non sempre il “nuovo” giudizio collima perfettamente con il ricordo che si ha. Fahrenheit 451, che lessi la prima volta durante la fase iniziale dell’adolescenza, appartiene a quest’ultimo caso dove il presente annulla, o spazza via completamente, il passato. Considerato un must del genere Fantascienza/distopico in realtà, seppur con qualche tentativo di innescare riflessioni, il contenuto è piuttosto scarno, poco evocativo, lo sviluppo narrativo, abbastanza prevedibile, limitato e strutturalmente poco articolato a tratti frettoloso con eventi e personaggi assolutamente scordati dal ritmo della storia. La prosa, altalenante e rivedibile con le attenuanti del caso, oscilla tra metafore di un certo spessore ed un livello di narrativa per ragazzi, non svolgendo quel ruolo catalizzatore che caratterizza i romanzi dalla trama poco strutturata. Il Romanzo è, secondo il mio parere, un’occasione sprecata perché possiede degli elementi importanti in termine di impostazione della storia, soprattutto afferenti la generazione riflessiva, ma le carenze sono limitanti ed abbracciano praticamente tutti gli aspetti come, per esempio, l’insufficiente caratterizzazione di determinati personaggi, l’architettura narrativa e la struttura prosaica. Dovendo valutare il libro oggi, inesorabile la scure della bocciatura si abbatterebbe senza appello ma sospendo il giudizio ritenendolo adatto ad un pubblico di giovanissimi lettori.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento
    14/10/2018
      

    Fantascienza alle sue origini

    Questo libro può essere annoverato tra i capisaldi della fantascienza. Descrive un mondo che allora rappresentava una distopia, mentre oggi purtroppo per molti versi rappresenta la realtà quotidiana, nella quale i libri non sono stati bruciati, ma quasi dimenticati.
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