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Ex ortodossa : il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche

Feldman, Deborah

narrativa Abendstern 2020

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La comunità chassidica Satmar di Williamsburg, New York, si distingue fra i gruppi ultraortodossi ebraici per le sue regole severe. Poiché i Satmar vedono l'Olocausto come una punizione divina, per evitare che la Shoah si ripeta, vivono un'esistenza schermata e scandita dai riti religiosi. [...]
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    28/03/2022   

    Premetto che non ho mai visto la serie tv che narra di questa storia. Il libro è interessantissimo comunque, uno spaccato su una modalità di vita , quella degli ebrei chassidici Satmar di New York, descritta e quasi rivelata come fosse un terribile segreto da custodire. Con il rispetto che si deve ad ogni credo mi riesce difficile pensare che si possa vivere con tanto costante e profondo senso di colpa, con tantissime regole che ci appaiono quantomeno strane. Ma Deborah riesce giovanissima a liberarsi da questa comunità, e non deve essere facile, tipo uscire da una setta. Lo stile non è granchè ma il libro si fa leggere con interesse.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    16/12/2021
      

    Un avvocato salva la vita di un rabbino di un paesino al confine tra l'Ungheria e la Romania, durante la Shoà. A guerra finita, questo rabbino emigra negli Stati Uniti, con altri sopravvissuti, e crea una comunità ultra ultra ortodossa, a Williamsburg (Brooklyn, New York) e la chiama come il suo paesino di origine. E' un esaltato, fermamente convinto che le donne servano solo a partorire figli, per rimpiazzare i 6 milioni di morti della Shoà, e che la colpa dei 6 milioni di morti sia degli ebrei meno osservanti, e dei sionisti che hanno dato vita a Israele. Devoiri è cresciuta in questo ambiente claustrofobico, repressivo, sessuofobo, nel quale vigono regole che non proteggono in nessun modo i più deboli, e a 17 anni viene fatta sposare, mentre a 19 ha un figlio. Il libro racconta la sua infanzia, in una famiglia senza i genitori (la madre è scappata dalla comunità, e ha dovuto abbandonare la figlia dai suoceri, il padre è un malato psichico), con i nonni e la zia, e la sua crescita, passo dopo passo, fino a raggiungere l'indipendenza, l'uscita dalla comunità, lo studio, la battaglia legale per l'affidamento del figlio. Questo volume è l'edizione svizzera, uscita nel 2020, in italiano, del romanzo scritto nel 2012. Segnalo che lo stesso libro, tradotto dalle stesse traduttrici, è stato pubblicato in Italia nel 2021, con il titolo della serie televisiva che ne è stata tratta, Unorthodox, ed è anche lui presente nel circuito bibliotecario.
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento

    Nicole Spallina

    03/11/2020
      

    Aver visto la serie tv per prima ha sicuramente condizionato la mia esperienza di lettura, portandomi ad avere aspettative rimaste insoddisfatte nel testo, eppure si tratta di una testimonianza molto interessante, utile per capire la condizione femminile in una cultura spesso poco conosciuta e il rapporto fra ambiente culturale e scoperta del sé.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento

    Morena Terraschi

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    25/10/2020
      

    Deborah Feldman è nata nella comunità chassidica Satmar di Williamsburg a New York, la comunità vive secondo dei rigidi principi ebraici: parlano yiddish, seguono i precetti della torah, vivono praticamente segregati rispetto agli altri abitanti di New York, hanno le loro scuole. Una comunità in cui le donne sono fortemente represse. Cresciuta con i nonni, il padre era inaffidabile e la madre aveva lasciato la comunità quando lei era molto piccola, fin da subito vive con difficoltà le regole e le limitazioni che le sono imposte. Non può leggere libri in inglese, non può indossare pantaloni, non può studiare... a 17 anni si sposa (un matrimonio combinato) e la limitatezza della sua educazione sessuale le fa vivere momenti difficili e dolorosi, non per questo però si arrende e nel tentativo di essere più libera, migliorare la propria vita e proteggere il figlio che nel frattempo ha avuto, si iscrive all'università e inizia un percorso di emancipazione che si conclude con l'abbandono della comunità e la lotta vittoriosa per ottenere la custodia del figlio (cosa tutt'altro che scontata). Feldman ha pagato un prezzo molto alto per la su fuga, il percorso non è stato certo facile ma ora oltre a poter esser finalmente sé stessa, guarda agli anni della sua infanzia e adolescenza senza acrimonia ma con lucidità, è consapevole delle proprie radici e dei problemi che una comunità chiusa come quella chassidica provoca alle persone che ne fanno parte, non rinnega la sua ebraicità e rivendica la sua libertà. Molto bello.
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