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Eroi e figuranti : il personaggio nel romanzo

Testa, Enrico <1956- >

Giulio Einaudi editore 2009

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Interi scaffali di libri sono dedicati al personaggio romanzesco, e particolarmente intricata è la sua tipologia. Questo saggio di Enrico Testa si fonda invece su una scelta semplice e radicale: l'analisi di due soli grandi attori che, affrontandosi sulla scena del romanzo, ne determinano modalità e sviluppo. [...]
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  • 4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento
    01/12/2020
      

    L'eco che risuona

    Seppur breve, il saggio di Enrico Testa ci presenta un’interessante analisi sul romanzo novecentesco, in particolare sul personaggio, ‘io sperimentale’ tra essere e possibilità di essere (Kundera). L’autore ne individua due tipi: 1) il personaggio «assoluto» (figura convessa/intransitiva, solitamente si esprime nella forma del monologo): è contraddistinto da una sostanziale assenza di evoluzione/mutamento; aspira con passione alla verità a scapito di qualsiasi altro valore, in tragico e ostinato dissidio con la realtà nella sua esasperante soggettività, a volte veri e propri eroi dell'antivita (ne è un esempio il Joseph K. di Kafka) 2) il personaggio «relativo» (figura concava/transitiva, solitamente dialoga o s’immette in una partitura compositiva plurivocale, tuttavia non è necessariamente ‘buono'): si misura con la prosa del mondo (Hegel), partecipa del tempo che ha in sorte e si modifica (per il concetto di ‘metabolé' aristotelica) entrando in rapporto con gli altri, mettendosi nei panni altrui (ne è un esempio il Franz Biberkopf di Döblin o il Jacques Austerlitz di Sebald) Da qui è possibile individuare considerazioni che si allargano a macchia d’olio e vanno a toccare, ad esempio, il tipo di narrazione o innestano approfondimenti e relazioni sui concetti di tempo, linguaggio, genere e genealogia, oltre che punti di snodo per la definizione del concetto di identità. Al di là del loro essere eroi o figuranti, ‘sentiamo’ questi personaggi: li odiamo e li amiamo perché entrano in relazione dialogica con noi. Forse deriva anche da ciò il grande amore che proviamo per la letteratura.
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