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Delitto e castigo

Dostoevskij, Fëdor Mihajlovič

Arnoldo Mondadori editore 2021

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Spinto da considerazioni teoriche, oltre che dalla miseria, il giovane Raskòl'nikov uccide un'anziana usuraia e si condanna così al rimorso e alfa nevrosi; trova infine pace nell'espiazione è nell'amore per la dolce Sonja. "Delitto e castigo" è dunque il romanzo della perdizione, ma dì una perdizione, che, proprio nel suo momento più oscuro, trova una luce che la redime. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    05/12/2024
      

    "Delitto e castigo" è la storia di un delitto, quello commesso dall'ex studente Raskòl'nikov ai danni di una vecchia usuraia (e di sua sorella per averlo scoperto sulla scena dell'omicidio). È ovviamente un caposaldo della letteratura russa che si presta a studi approfonditi e a diverse interpretazioni. Nonostante la complessità di alcuni passaggi, posso definire la lettura scorrevole. Quello che tormenta non è il numero delle pagine, ma i moti interiori del protagonista e degli altri personaggi. Raskòl'nikov è infatti un "filosofo", ragiona e riflette sulla giustizia e sulla legittimità di commettere un atto che lui stesso ritiene aberrante, ma si trincera dietro la giustificazione di ritenersi un superuomo, o sperimentarsi tale (questo primo delitto doveva rappresentare una prova). Ma poi i deliri, i sogni, i tormenti, la sfida con il giudice istruttore che cerca di dargli la possibilità di confessare. Raskòl'nikov ci trasporta in un'altalena di emozioni ed inquietudini.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giselda Massari

    02/08/2022
      

    I piani del romanzo

    Il romanzo più famoso di Fjodor Dostojevskij si presta ad essere commentato su più piani. Il primo è la trama romanzesca, che narra le vicende dello studente Raskolnikov, prima e soprattutto dopo il delitto della vecchia usuraia, circondato da un caleidoscopio di personaggi che gli ruotano attorno: famiglia, amici, nemici, burocrati, forze dell’ordine, in una Pietroburgo grigia, povera, sporca, popolata da derelitti che si barcamenano tra fame, alcol, nostalgia di un passato legato a presunte origini nobili. Il secondo è il piano psicologico: la complessa personalità del protagonista, tormentato e proteso verso il compimento dì un’azione delittuosa per eliminare la nullità dannosa (l’usuraia) e tendere al miglioramento della società. L’uomo del destino? Il terzo è la fotografia del periodo storico in cui si svolge il racconto: un mondo di mezzo in cui, dai fermenti ideologici , si intravvede il futuro, forte cambiamento della società. Il quarto, la struttura, perfetta per una rappresentazione teatrale, con personaggi femminili forti e drammatici: Sonia, la sorella Dunja, Katerina Ivanovna e maschili pure di forte impatto...il perfido Lugin, il povero Marmeladov, l’amico Razumikin. Il quinto infine: l’anelito religioso che conclude il romanzo. Quanta religiosità nei classici russi! Da Leone Tolstoj al nostro autore. Assolutamente da rileggere soprattutto in questo periodo storico in cui la Russia si manifesta ancora una volta.
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