Terry McCaleb è un personaggio «minore» nella vasta galleria di Connelly e lo si incontra solo in altri due racconti: “Il buio oltre la notte” e “Il poeta è tornato” (anche se in quest’ultimo viene, più che altro, evocato). Questo, invece, è proprio il racconto di Terry, in cui lui è l’assoluto straordinario protagonista di un romanzo altrettanto straordinario, circondato da altri personaggi forti(ssimi). Mi riesce difficile comprendere come mai Connelly abbia saputo concepire due dei suoi migliori lavori (l’altro, ovviamente, è “Il Poeta”) incentrandoli non già sui suoi protagonisti più famosi, Bosch e Haller, bensì su due outsider. Il romanzo parte quasi in sordina, sia per la condizione dell’ex profiler dell’FBI sia per il taglio originariamente attribuito al caso su cui viene chiamato ad indagare; poi, una volta messo in moto il processo, sarà Terry a comprendere il vero paradigma. Ma senza che neppure lui possa prevedere la verità, più sconvolgente e crudele di quanto possa mai immaginare e che dovrà condividere proprio con la sorella della vittima. Neanche questo basta, però, perché la vendetta prevede un ulteriore livello. E poco per volta il romanzo non solo acquisisce ritmo e drammaticità, ma ti entra dentro, come i capolavori (piccoli o grandi che siano) riescono a fare.

Un trapiantato che indaga sulla morte della persona che gli ha donato il cuore. Questa è l'idea che da' vita al racconto.......per me eccezionale.

Michael Connelly dimostra ancora una volta di sapere costruire personaggi affascinanti e unici.