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Danubio

Magris, Claudio <1939- >

Garzanti <casa editrice> 2015

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Paesaggi, umori, incontri, riflessioni, racconti di un viaggiatore sterniano che ripercorre con pietas e humor il vecchio fiume, dalle sorgenti al Mar Nero, ripercorrendo insieme la propria vita e le stagioni della cultura contemporanea, le sue fedi e le sue inquietudini. [...]
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento

    Marco Ferri

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    28/11/2020
      

    Questo libro è un fiume in piena.

    Il Danubio è il secondo più grande fiume europeo., dopo il Volga. Nasce a Donaueschingen, nella Foresta Nera, in Germania, sfocia nel Mar Nero, tra la Romania e l'Ucraina. È lungo 2858 chilometri, bagna Vienna, Bratislava, Budapest e Belgrado, attraversa la Germania, l'Austria, la Slovacchia, l'Ungheria, la Croazia, la Serbia, la Bulgaria, la Romania, la Moldavia, l'Ucraina. Il "Danubio" di Claudio Magris "non è un libro da consumarsi in un week end. La struttura di superficie è quella piacevole del viaggi, descrizioni brevi, incontri curiosi, ma la struttura profonda scalfisce e perfora la neutralità del resoconto con bruschi strappi e spifferi dai quali arrivano continui sussurri di trascendenza, riflessi nell'infinito", (Cfr pag.VI) dice Gian Luigi Beccaria nella prefazione. In effetti, la geografia che il Danubio di Magris traccia è piena di storia, filosofia, letteratura, di pensamenti e ripensamenti. È una lettura densa, piena, colta. Ne volete un esempio? "Gli istriani sono dunque traci, come vuole Apollodoro, o colchi, secondo Plinio e Strabone, o gepidi? La ricerca del Vello d'Oro nella barbare Colchide conduce dunque a casa, a quella spiaggia che è stata scelta dalla regia per farmi capire che si può essere immortali , e il Vello è l'anfora emersa dal mio mare? È uno scherzo del Danubio e il pasticcio nasce da quell'errore degli antichi i quali pensavano che il Danubio, l'Istro, si dividesse in due rami e che questi finissero l'uno nel Mar Nero e l'altro, il Quieto o il Timavo, nell'Adriatico. E così Istria era il paese del Ponto Eusino, ma anche la bianca penisola adriatica." (Cfr pag. 429). Questo libro è un fiume in piena. Per attraversarlo ci vuole curiosità e vigore, come per tutti i capolavori della letteratura contemporanea.
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