La lingua riflette la storia sociale, culturale e civile di una comunità, il suo modo di "vedere il mondo" e percepirne i cambiamenti, e può agire come strumento di orientamento e manipolazione a livello culturale, politico e ideologico.
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Gli autori di questi contributi analizzano l'uso politico che il fascismo fece della lingua italiana, le scelte di forte impatto fonico ed evocativo che operò sul piano grammaticale e stilistico, la verbosa ed emotiva oratoria mussoliniana e come il comportamento linguistico giocò nell'organizzazione del consenso e nell'attuazione di un "conformismo culturale e politico".
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