Biografia dell’Imperatore Costantino il Grande che l’Autore presenta come il protagonista di una fondamentale “rivoluzione” storico-religiosa, cioè del riconoscimento del Cristianesimo come religione preminente nello Stato. Sulla sua data di nascita, sull’infanzia e sulla sua giovinezza si hanno scarse o poco attendibili notizie.
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Costantino nacque a Nissus (Serbia) da Costanzo Cloro, prefetto dei pretoriani dell’Imperatore augusto Massimiano, e da Elena sua concubina, situazione non disonorevole perché le nozze con donne del luogo erano proibite agli alti funzionari. Verso il 289 d.C. Costanzo Cloro si separò da Elena e da Costantino per sposare Teodora figliastra dell’Imperatore Massimiano e nel 293 d.C. fu nominato Cesare in Gallia e in Britannia e fu adottato da Massimiano ma non abbandonò il figlio Costantino a cui provvide con un’adeguata educazione e che, giovinetto fece entrare a far parte della corte di Diocleziano dove ricevette una formazione principesca secondo l’antico costume romano nei cui principi romani anche la madre l’aveva educato. Costantino in quel periodo ebbe molti contatti epistolari con suo padre di cui comprese il suo atteggiamento clemente verso i Cristiani e, quando fu proclamato da prima cesare e poi augusto dall’esercito assunse il comportamento tollerante del padre. Consapevole di essere un usurpatore del potere imperiale, inviò un messaggio all’augusto Flavio Severo che fu costretto ad accettare l’accaduto ma trovò una via d’uscita relegando Costantino al rango di cesare. Costantino accettò la decisione di Flavio Severo come unica soluzione suggerita dal realismo politico. Gli eventi dopo il 310 d.C. ebbero come punto di riferimento, ancora Costantino che annunciò la sua pretesa a diventare sovrano universale. Dopo la morte dell’imperatore Massimiano i conflitti tra Massenzio e Costantino si accentuarono notevolmente fino a che quest’ultimo, intraprese la campagna militare contro Massenzio che si concluse con la vittoria di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio nel 312 d.C. Dopo il trionfo su Massenzio, Costantino torna a Milano e rinsalda l’alleanza con Licinio e proclama nel 313 d.C. l’Editto in cui riconosce al Cristianesimo libertà di culto e una collocazione precisa nella struttura dello Stato. Ritornato a Roma, diede come residenza al Vescovo di Roma, il Palazzo del Laterano e i terreni limitrofi. Costantino è ricordato come il simbolo della crisi dell’Impero romano, tra decadenza e mutamenti religioso-politici. L’Autore analizza le situazioni politiche ed economiche dell’Impero e di Roma, dalla fondazione della tetrarchia, intesa come mezzo di stabilità politica, di difesa dei confini dell’Impero e come espressione pacificatrice dei vari popoli che vivevano sui territori conquistati dai Romani, fino alla morte di Costantino e dei suoi diretti discendenti. Dal punto di vista religioso Horst sottolinea come Costantino comprese che il segno della Croce era un messaggio di pacificazione e di unione tra le varie stirpi dell’Impero e, con l’editto di Milano, riconobbe la libertà di culto del Cristianesimo.
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