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Come un romanzo

Pennac, Daniel

Feltrinelli Editore 2000

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E' proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    12/08/2022
      

    La responsabilità di dare da leggere

    Mentre ti dice che esiste un diritto di non leggere, Pennac ti fa sentire la magia dell'immergersi nella lettura e ti fa venir voglia di leggere, ti fa sentire la responsabilità di “dare da leggere”, quindi di scrivere perché altri leggano. Mi piace lo stile di Pennac e di chi lo traduce in italiano! Questo libro è anche una riflessione (provocatoria?) sull’insensatezza di leggere, di parlare di quel che si legge, di cercare di condividere l’amore per la lettura.
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  • 07/01/2022
      

    Considerazioni sulla lettura

    Queste Considerazioni sul leggere, di un professore di Lettere (francese) di liceo, mi hanno colpito perché sono così impregnate di amore per la lettura, per i libri, per l'insegnamento; la prima immagine che mi viene in mente è quella del professore poeta Georges Perros: "....arrivava il martedì mattina, con i capelli scompigliati dal vento....Svuotava sulla cattedra una tracolla piena di libri. Ed era la vita". Ho pensato a come e quando, è nato in me, il desiderio e il piacere di leggere. Quando capitava che stessi male da bambino, un po' di febbre o una delle malattie infettive che da piccoli ci beccavamo (perché non erano previsti vaccini) per plasmare manciate di anticorpi, mia madre era solita ritornare dalla breve spesa, con un regalino, che la maggior parte delle volte era un libro. Quelli per bambini, come gli Aristogatti, o mi ricordo, una carica dei 101 con le pagine che si aprivano in 3d e alcuni elementi che potevi scorrere. Erano pagine dai mille colori, con un profumo che si è profondamente inciso nella mia testa (sono uno di quelli che apre e annusa i libri). Li leggevo e rileggevo, senza che nessuno me lo imponesse. Erano regali e li trattavo come tali, attribuendogli un valore aggiunto di bellezza, in quanto doni. Erano una specie di giocattoli, che potevi maneggiare stando a letto. Altro elemento che reputo fondamentale è la libreria. A casa mia c'era quello strano mobile, così classico nella struttura, ma così vario nelle sue fauci, che erano denti di colori diversi, sparsi in modo poco uniforme. Quando cominciai a capire che in essa venivano riposti i gustosi regali, delle giornate da malato, associai l'idea che tutto il resto che li contornava erano altrettanti mondi da esplorare. La libreria è un pezzo importante per creare un lettore, deve essere poco asettica e non eccessivamente ordinata, e contenere le storie più varie. Questo libro si interroga proprio sulle modalità per far nascere un lettore, citando sin dall'inizio i comportamenti che invece rendono il leggere un dovere da cui fuggire. In quanto libro pedagogico, in esso vengono proposti dieci diritti che noi lettori "maturi" ci concediamo e che dovremmo trovare l'equilibrio per concedere, anche a chi si appresta a diventarlo, lettore. 1) Il diritto di non leggere 2) Il diritto di saltare le pagine 3) Il diritto di non finire un libro 4) Il diritto di rileggere 5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa 6) Il diritto al bovarismo 7) Il diritto di leggere ovunque 8) Il diritto di spizzicare 9) Il diritto di leggere a voce 10) Il diritto di tacere Taccio...e vi lascio alla conclusione, bellissima come tutto il libro, di Pennac.
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