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12/11/2021Edith Bruck racconta la sua vita nei campi di concentramento nazisti e il successivo tentativo dopo la guerra di rinascere nella "terra promessa" di Israele. Ma non trova pace neanche lì e verrà in Europa e poi in Italia, dove si fermerà. Il libro è lucido, direi quasi freddo, nonostante le cose terribili che racconta, la disumanizzazione imposta nei lager, direi che questa sensazione è però data dalla lingua italiana che Edith maneggia formalmente bene, ma si sente che non è la sua. Vale comunque la pena di leggerlo.Hai trovato utile questo commento?
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1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento30/01/2021
LA VITA DOPO IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO
Edith Bruck racconta i fatti legati alla sua deportazione in diversi campi di concentramento e di come è riuscita a salvarsi. Tante storie, quelle finite bene, si fermano qui. La Bruck invece racconta come ha provato a risollevarsi, affrontando il viaggio in Israele e ricongiungendosi alla sua famiglia. Ma non è stata una donna capace di sbarcare un pallido lunario giornaliero come cameriera e donna delle pulizie. Gli altri si accontentavano, lei no, e ha preferito ripartire da Israele e tentare una strada alternativa, perchè a soli vent'anni, non si può ipotecare il futuro. Il libro lo ha ripreso più volte, fino a farne una versione definitiva nel 1958, in una lingua che non era la sua, ma che poi lo è diventata: l'italiano.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato