L’impaginazione del libro non invita certo alla lettura: niente spazio fra righe, niente capoversi, pagine fitte, la punteggiatura quasi assente. Il tutto provoca un certo disagio e un senso di angoscia che del resto è ciò che il testo trasmette. I personaggi non hanno nome, i luoghi non sono indicati, tutto è avvolto in una nebbia lattiginosa, così come “vedono” i personaggi del romanzo. Eppure la lettura scorre, la profondità del tema trattato coinvolge il lettore e lo induce ad indagare sulla natura del genere umano, capace di scendere negli abissi istintuali, ma anche di elevarsi in gesti di pietà e di generosità. Una strana epidemia colpisce gli abitanti di una città: uno dopo l’altro improvvisamente tutti perdono la vista, è “come un’infiltrazione insidiosa di mille e uno rigagnoli inquietanti che, dopo aver inzuppato lentamente la terra, all’improvviso la sommergono completamente”. La città è paralizzata: senza guida, senza servizi, i ciechi brancolano alla ricerca di cibo, non hanno più punti di riferimento e si muovono come zombi fra l’immondizia, le carcasse, gli odori fetidi e nauseabondi. Non esiste più alcuna dignità umana: l’istinto di sopravvivenza annulla qualunque senso di pietà e di umanità. Di fronte alla fame l’uomo regredisce a livello animale, cede ai ricatti più degradanti, arriva anche ad uccidere. E non vale alcuna giustificazione di vendetta rispetto a un sopruso o l’idea che non ci sarebbe giustizia se la vittima non avesse il diritto sul carnefice! Un’unica persona conserva la vista e si spende generosamente per organizzare al meglio il suo gruppo tenendolo coeso, consapevole che da solo non si salva nessuno e nessuno può salvarsi in un mondo dove non ci sia più speranza. E grazie anche ad una provvidenziale pioggia purificatrice, tutti possono lavarsi e riacquistare un po' di dignità. Nasce una solidarietà di gruppo e piano piano riaffiorano sentimenti umani che sembravano sopiti. Ma ormai la città è allo stremo, perfino le immagini sacre di una chiesa sono bendate, come se anche quegli sguardi misericordiosi avessero rinunciato a guardare l’umanità caduta così in basso, ma forse vogliono offrire l’opportunità di recuperare quello sguardo interiore che consenta di arrivare a cogliere l’essenza delle cose. Non dunque la fine di ogni speranza: l’unica fiammella ancora accesa che aveva guidato il gruppo, si era spesa fino allo stremo per gli altri, aveva ascoltato, consolato, aiutato, era stata in grado di riaccendere lentamente tutti gli occhi.

Sergio Rubini impreziosisce l'esperienza di questo romanzo distopico bellissimo e durissimo. ascoltato in tempi di pandemia, come tanti altri utenti, forse per bisogno di condividere, analizzare, capire meglio e forse salvare l'umanità di ciascuno. Saramago è uno scrittore magistrale e incredibile, fortunatamente ci ha lasciato molto da leggere.

Da leggere assolutamente, la cecità riassume certe dinamiche che scattano nell'uomo e nella società