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Casa Howard : "solo connettere..."

Forster, E. M.

Giangiacomo Feltrinelli Editore 2008

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«Casa Howard» è ormai considerato il capolavoro di Edward M. Forster, ed è certamente uno dei "classici" della letteratura del ventesimo secolo. [...]
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  • 2 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    24/03/2019   

    Il romanzo è incentrato sulle vicende di tre famiglie- i fratelli Margaret, Helen e Tibbikins Schlegel, la tribù dei Wilcox e la coppia costituita da Leonard e Jackie Bast- e sul loro intrecciarsi fra Londra e la provincia inglese. Sullo sfondo c'è Casa Howard, di proprietà di Ruth Wilcox, sulle cui nove stanze e sul cui splendido albero di olmo si aprono e chiudono le pagine di Edward M. Forster. Motivi fondamentali della narrazione sono il divario fra classi, sessi ed individui, da un lato, e il disperato sforzo di "connettere" dal quale il romanzo trae l'emblematico sottotitolo. Già, connettere cosa? La "connessione" cui tende Margaret Schlegel, per alcuni versi protagonista di spicco del romanzo, viene esplicitata come l'equilibrio dialettico fra due aspetti dell'animo umano: l'ascetico e il bestiale. Entrambi sono aspetti estremi, che risulterebbero sterili se non si fosse capaci di mediare fra essi tramite tale "connessione". Tuttavia, la "connessione" invocata da Margaret (e dal narratore) non è solo fra desiderio ed etica, fra passione e ragione, fra spirito e carne. Ogni aspetto del mondo che Forster mette in scena sotto i nostri occhi è sottilmente binario: uomini e donne, città e campagna, passato e presente, amore domestico e amore istintuale, felicità e infelicità, classi subalterne e classi borghesi, cultura ed economia, morti e vivi, aspetti prosaici della vita quotidiana e pulsione al sublime. Solo alcuni dei personaggi di questa narrazione si rendono conto della necessità di equilibrio fra gli estremi, e ancora meno sono coloro che riescono ad attingervi, alcuni incagliandosi nel materialismo capitalista di Mr. Wilcox, altri disperdendosi nel mondo delle idee o delle grandi passioni letterarie di cui forse Helen Schlegel e Leonard Bast sono, ognuno a suo modo, le incarnazioni più evidenti nel romanzo. La narrazione alterna momenti di vivacità e di acume sociale (interessante l'immagine di Londra, cantiere a cielo aperto, e la rappresentazione del conflitto fra ceti) a passi profondamente poetici e suggestivi. Non sempre la prosa di Forster è d'immediata comprensione, soprattutto in quelle pagine, che del resto sono le più belle e toccanti, in cui l'autore modernista si lascia andare a un'esplorazione psicologica condotta con i mezzi della metafora e della simbologia. Personalmente, è un romanzo che, dopo una prima lettura, ho voluto riprendere in lingua originale, pur apprezzando la bellissima traduzione di Luisa Chiarelli per Feltrinelli. Il testo originale si trova in formato digitale (copyright-free e gratuitamente distribuito al pubblico) sul sito del Progetto Gutenberg. Credo sia uno di quei testi che offrono infiniti spunti di incanto e di riflessione nel tempo. In particolare, ho trovato affascinante la costante presenta della figura di Ruth Wilcox, la quale sfuma e si confonde con Casa Howard- Howard's End-, la casa rurale che, pur rimanendo sullo sfondo delle vicende narrate, sembra il vero motore del destino e il luogo in cui si manifestano in trasparenza le passioni e le fragilità degli uomini, il loro inesausto sforzo a connettersi fra di loro e dentro sé stessi. Da questo romanzo è stato tratto anche un bellissimo film di James Ivory, con Emma Thompson, Anthony Hopkins e Helena Bonham Carter, di cui consiglio caldamente la visione.
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