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4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento03/04/2024
Esplorazione dell'incomunicabilità.
Sotto forma di un romanzo epistolare, la Ginzburg ripercorre le vicende di una famiglia borghese, ambiente che lei ben conosce, riproponendone ipocrisie, fragilità, vizi segreti, fallimenti, piccole virtù ma, soprattutto, la fondamentale tristezza. Il contesto storico è quello degli anni 70, un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici in Italia. Attraverso le lettere, i vari personaggi portano tutto alla luce del sole: la crisi extraconiugale di Adriana, le frustrazioni di matrimoni compromessi, l’omosessualità di Osvaldo, da tutti intuita ma mai dichiarata, paternità incerte. Il racconto procede in una trama monocorde in cui le voci si confondono, i fatti si appiattiscono e i personaggi finiscono per parlare tutti allo stesso modo. In questo racconto si ritrovano i temi cari alla Ginzburg, quali l’incomunicabilità, la solitudine, l'incapacità di amare e di essere amati. La scrittura, asciutta e limpida, coglie con delicatezza le sfumature dei sentimenti e le contraddizioni dei personaggi. ll titolo stesso, "Caro Michele", assume un significato metaforico, rappresentando non solo il destinatario delle lettere, ma anche l'amore e l'affetto che la madre prova per il figlio, un amore che però non riesce a essere espresso in modo adeguato. Con un stile semplice e limpido, la Ginzburg compie un viaggio introspettivo, proponendo al tempo stesso una visione lucida e disincantata della vita, ma non priva di speranza.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato