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4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento13/11/2024Lo storico israeliano Ilan Pappé in questo breve saggio analizza la storia della Palestina a partire dal 1882, per cercare di spiegare come si sia potuto arrivare alle uccisioni e ai rapimenti del 7 ottobre 2023 e ai successivi bombardamenti su Gaza, e non solo. E' un'analisi lucida e chiara, che cita numeri e dati, e va a confutare molti luoghi comuni, a cominciare dalla diceria che la Palestina fosse una regione deserta, incolte e sostanzialmente disabitata ("una terra senza popolo per un popolo senza terra") prima dell'arrivo dei sionisti, mentre si trattava di un territorio con un'agricoltura fiorente, tanti villaggi, tante piccole aziende, che nel 1948, durante l'esecuzione del Piano D, che per i palestinesi divenne la Nabka, significò la distruzione sistematica dei villaggi, un vero e proprio urbanicidio, e uccisioni di massa dei maschi adulti, dai 18 ai 48 anni. Una pulizia etnica, in sostanza, con la popolazione palestinese che venne espulsa in massa, mentre sulle rovine dei villaggi venivano piantati alberi, per modificare anche l'aspetto del territorio e nascondere le macerie. Ho trovato molto interessante sia l'analisi della contrapposizione tra gli ebrei ashkenaziti, i primi ad arrivare in Palestina, e le successive migrazioni di sefarditi provenienti dai paesi arabi, che attualmente costituiscono il bacino di voto della destra israeliana. Ben rappresentata è anche la progressiva colonizzazione abitativa della Cisgiordania, promossa sia dai governi laburisti che da quelli più nazionalisti, e dai vari movimenti messianici sia ebraici che cristiani che hanno portato migliaia di coloni a stabilirsi stabilmente nei territori occupati, in barba a tutte le convenzioni internazionali. Si tratta di un saggio di storia, breve ma dettagliato, obiettivo, sicuramente non filo-israeliano. Lo consiglio a chiunque voglia approfondire la questione e imparare la storia degli ultimi 150 anni della Palestina.Hai trovato utile questo commento?
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