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Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane

Carlotto, Massimo <1956- >

Giallo E/O <casa editrice> 2017

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Marco Buratti detto l’Alligatore e i suoi soci Max la Memoria e Beniamino Rossini sono caduti in una trappola ordita dal nemico più pericoloso con cui abbiano dovuto misurarsi: Giorgio Pellegrini. Pellegrini, in fuga dalla Legge e dalle pallottole di Beniamino Rossini, non intende vivere da latitante per il resto della vita e decide di diventare un infiltrato per conto della polizia. [...]
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  • Lamberto Landolfi

    11/10/2019
      

    Sempre ottimo libro

    Continua il simpatico incontro dei tre personaggi di Carlotto contro il perfido Giorgio Pellegrini.Saga che però presto necessita di una conclusione,perchè anche stavolta il malvagio Pellegrini se la caverà- Piccolo refuso a pag.81 : la cassaforte nel gergo della mala, non viene chiamata:" La vedova" bensì :" La comare".
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    17/07/2018
      

    Un'altra puntata del Crossover

    Torna il mega crossover Alligatore-Pellegrini-Campagna, ormai tutti sanno di tutti. Le istituzioni ci fanno una pessima figura e Beniamino, l'Alligatore e Max sono sempre più stanchi di essere messi in mezzo. Sempre ottimi i dettagli alcolico-musicali. Un plauso alla scrittura: tutto narrato in prima persona, si capisce subito, senza dover ricorrere al contesto narrativo, chi sta parlando.
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    30/03/2018
      

    Fuorilegge a chi?

    Sappiamo come Carlotto ami rovesciare la prospettiva tradizionale, che vuole i i fuorilegge nella parte dei cattivi ed i tutori dell'ordine intenti a contrastarne l'operato, per il lieto fine. In questo romanzo, forte e complesso come mai, Carlotto amplifica la sua prospettiva rovesciata e, allo stesso tempo, conferma la particolare vena creativa evidenziata già nel precedente romanzo "Il Turista". Del quale, a voler dirla tutta, condivide anche una buona parte del'impianto narrativo: il doppio e triplo gioco cui i protagonisti sono costretti per non rmanere schiacciati in un micidiale ingranaggio; la funzionaria sin troppo determinata, sino alle soglie (ed oltre) di un pericoloso egocentrismo; il buon poliziotto, capace ancora di un sano discernimento dei ruoli e dei limiti. Le assonanze, però, finiscono qui. Nulla di più. Il lavoro, come anticipato, è straordinariamente articolato e ricco (come da tradizione) anche di scene "forti"; ma questo è noto a priori ai lettori di Carlotto. Mi associo (nel mio piccolo) al plauso della critica, che vede in questo lavoro un ulteriore salto di qualità nella narrazione dell'autore e, in particolare, nella serie dedicata all'Alligatore; personalmente, però, ritengo che "Il Turista" rimanga un gradino al di sopra.
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