Eccomi qui, con un fascio di carte in mano ed una miriade di storie e di volti che mi si affastellano dentro e a cui dovrò dare un ordine e un nome. Fredde carte che parlano il noioso linguaggio della burocrazia, quello che non interessa a nessuno. Ma io, dietro ognuno di questi fogli, vedo un volto e una storia.
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Una storia di normale quotidianità nella ricca Vicenza dove non ci sono sbarchi, né Centri di Identificazione ed Espulsione, né richiedenti asilo, ma normalissime persone che vogliono soltanto lavorare e vivere tranquillamente. Molte storie raccontate in questo libro potrebbero essersi svolte in un'altra città. Le storie dei migranti si ripetono sempre uguali ovunque. Si tratta di fatti realmente accaduti a persone con cui sono entrata in contatto in questi anni grazie al mio lavoro nel campo dell'immigrazione e di cui ho avuto cura di non mostrare i veri nomi. Vicenza è al settimo posto in Italia per presenza di immigrati che sono ai primi posti anche nell'acquisto della casa, nel numero di ragazzi stranieri che frequentano le scuole, nel numero di imprese da loro gestite. Adesso c'è la crisi, ma fino a poco tempo fa non c'erano grossi problemi a trovare lavoro in provincia.
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