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Atti umani

Han, Kang

Adelphi <casa editrice> 2023

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Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l'aria di un «orribile tanfo putrido». Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    01/06/2025
      

    Un pugno nello stomaco

    Dopo aver letto "La Vegetariana", ho voluto approfondire ulteriormente questa autrice e più continuo a farlo e più la mia psiche ne risente. Stavolta, la storia del romanzo si concentra su un fatto realmente accaduto, ovvero la rivolta del Maggio 1980 contro il dittatore Chun Doo-Hwan. Che dire...pagine e pagine di una crudezza inaudita raccontata con tatto e rispetto per le vittime senza mai risultare troppo melodrammatico o troppo distaccato. Tragicamente necessario. Non servono altre parole per descriverlo
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    30/05/2025
      

    Tragicamente crudo

    Ho preso in prestito questo libro perché ero curiosa di leggere qualcosa di Kang dopo la sua vittoria del Nobel per la Letteratura. Un libro crudo che ho letto fino all'ultima pagina pensando fosse un romanzo. Solo dopo averlo finito ho scoperto che si tratta in realtà di un romanzo storico, basato su vicende davvero accadute. Alcuni capitoli più scorrevoli e piacevoli di altri. La schiettezza del racconto della crudeltà umana di Kang ti tiene attaccato alle pagine, forse per capire fino a dove può spingersi.
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    28/05/2025
      

    Racconto corale sul 18 maggio di Gwangju

    Tu credi in un essere divino, e in questa cosa che chiamiamo umanità. Non sei mai riuscita a convincermi. [...] Io non perdono nessuno, e nessuno perdona me. Non ero preparato al male che mi avrebbe fatto questo libro. Un racconto crudo e al tempo stesso delicato di un'insurrezione in Corea, a Gwangju, nel 1980. Alcuni capitoli (specie quello sulla madre di Dong-ho) sono stati davvero tosti da leggere. E mentre leggevo, mi tornavano in mente le violenze del 900, dalle stragi nazifasciste a Bolzaneto. Impariamo mai dai nostri errori?
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento
    17/03/2025   

    Atti umani. Stupendo e terribile.

    Atti umani, apparso nel 2014, narra del massacro di Gwangju, Corea del Sud, nel 1980, ad opera della dittatura militare che soffocò nel sangue e nella tortura una rivolta popolare contro il regime. L'autrice, Han Kang, premio Nobel alla letteratura nel 2024, nasce proprio a Gwangju nel 1970. La sua famiglia si trasferisce a Seul pochi mesi prima del massacro. La Storia riguarda sempre quelli che vengono considerati i grandi personaggi e gli eroi che restano sui libri di testo. Al contrario l'autrice, riallacciando le fila di memorie familiari e ripercorrendo i luoghi della sua infanzia, grazie alla sua magistrale narrazione, da voce a tanti piccoli/grandi eroismi che rischiavano di restare dimenticati. Stupendo nel fare risaltare l'umanità in fatti di sangue e atrocità terribili.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    12/02/2025
      

    Uno sguardo lucido su una tragedia dei nostri tempi

    Lo sguardo di Han Kang sul mondo non è mai banale. In particolare in questo romanzo, che poi romanzo non è perché parla di persone realmente esistite in un contesto reale. Tutti i personaggi sono coinvolti più o meno direttamente in quella che fu una tragica e crudele repressione di alcuni moti di piazza a Gwangju nel maggio 1980 dopo il colpo di stato di Chun Doo-hwan, in cui furono uccisi centinaia di civili, anche donne e minori, per lo più inermi o al massimo armati di qualche vecchio fucile. E tutti i personaggi parlano, uno per capitolo, in soggettiva, raccontando gli stessi eventi ma da prospettive diverse e anche in tempi diversi. Si parte dal giovane Dong-Ho, che finì brutalmente ucciso dall'esercito, che poi portò il suo corpo, e quello di tutti gli altri morti, in fosse comuni. E da una fossa comune ci parla un secondo anonimo personaggio, ormai morto e in lenta putrefazione, che descrive l'andamento della giornata con i soldati che portano i nuovi morti e alla fine danno fuoco a tutti i cadaveri. I lettori più sensibili dovrebbero astenersi, ma anche no, perché è con la conoscenza di episodi come questi che possiamo vedere oltre i nostri confini, che pure hanno conosciuto, ma non in epoche così recenti, barbarie inenarrabili. Perché si parla di torture, di carceri, di ragazzi e ragazze trucidati e dei sopravvissuti, che assurdamente rimpiangono quasi di non essere morti, e poi dei parenti dei morti, madri e padri, che dopo quel maggio 1980 non hanno praticamente più vissuto. Lo sguardo di Han Kang è come sempre lucido, non indugia sugli episodi più terribili ma nemmeno ce li risparmia, e alcuni episodi sono reiterati nei racconti dei diversi narratori proprio perché assumano una forza di esempio. Nell'ultimo capitolo è la scrittrice stessa a raccontare la sua esperienza: recatasi a Gwangju nel 2013 va in pellegrinaggio sui luoghi degli eccidi e incontra alcuni sopravvissuti. Un racconto memorabile, che trafigge il cuore.
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