In Aria di famiglia ritroviamo Alessandro Sacerdoti, il protagonista di Di chi è la colpa: ora è un affermato docente universitario, un cinquantenne vagamente depresso, cui "l'insegnamento va sempre più stretto", che viene contestato dalle allieve che lo accusano di misoginia, e da una collega, sua ex allieva, che scatena contro di lui una battaglia mediatica che lo fa uscire dal mondo accademico. Mentre sta a leccarsi le ferite, sostanzialmente senza reagire, il suo mondo viene nuovamente sconvolto dall'arrivo di un lontano parente di cui ignorava l'esistenza, un ragazzino anglo-italiano di 8 anni i cui genitori sono morti improvvisamente, a cui si trova a dover fare se non da padre, almeno da tutore. In questo nuovo ruolo, che aveva sempre rifiutato, fa fatica a muoversi, ma poi, quando questo nuovo ménage familiare sembra aver trovato un equilibrio, crolla tutto, e Alessandro Sacerdoti deve fare mille passi indietro, fare la cosa sbagliata per proteggere chi si ama, come nella storia del re Salomone e le due madri. Piperno conferma la sua bravura di scrittore, il suo stile è raffinato senza mai cadere nello stucchevole, la sua prosa ha ritmo, tiene il lettore attaccato alle pagine, i suoi personaggi, anche quelli più antipatici, hanno spessore e restano nel cuore, tanto che vorrei leggere un terzo romanzo con lo stesso protagonista.

Scopro, adesso, di aver già letto, qualche anno fa, il precedente lavoro di Alessandro Piperno, al quale devo assolutamente fare i miei complimenti per questo - ARIA DI FAMIGLIA. Li veniva descritto il giovane Alessandro Sacerdoti, rimasto orfano dei genitori, che venne cresciuto sotto l'ala protettiva di uno zio. Qui invece, l'ex professor Sacerdoti, è un "forbito" e acculturato romanziere, noto nei suoi ambienti, ed ha una svariata serie di esperienze, ma quella, si proprio quella, gli mancava, e la inizia ad affrontare ben oltre la 160esima pagina