Lenny è un vero vagabondo delle nevi, uno ski bum insomma, come li chiamano. Conosce i posti sulle Alpi dove la neve è incredibilmente luminosa e pura, pieni di vita vera. Come ogni ski bum, gli avventurieri dello spirito, fugge sempre ed ha nello sguardo l’espressione avida e inquieta di quelli che vivono solo per qualcosa che non c’è o che è sempre più in alto... come le nevi perenni.
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Lenny è americano, uno che non si cura della guerra del Vietnam, tranne quando si tratta di non andarci, è alto un metro e ottantotto, è biondo e gli hanno detto che assomiglia a Gary Cooper da giovane: ha persino una foto dell’attore con sè, che guarda spesso. I ragazzi a casa di Bug Moran (l'eccentrico milionario che raccatta nel suo lussuoso chalet sbandati d'ogni genere) ci scherzano su e dicono: "Gary Cooper è finito, e finita è la storia dell’americano che è contro i cattivi e fa trionfare la giustizia che alla fine vince sempre. Lenny, però, non si turba più di tanto, perchè non ha la minima voglia d'essere qualcuno e ancor meno di essere qualcosa. Suo solo problema è guadagnarsi la pagnotta, ora che la piena stagione è alle spalle e gli skilehrer, gli istruttori di sci locali, gli rendono la vita difficile poiché detestano gli ski bum come lui, che piacciono alle donne con la loro aura di avventura e disperazione. Così Lenny è costretto a scendere a valle, arrischiarsi nel cosiddetto mondo civile, dove lo attendono avventure picaresche, ma lo attende anche l’incontro con Jess, bella figlia d'un diplomatico che scrive romanzi e parla cinque lingue, conosce un po’ di ebraico e di swahili, che ha il fisico e la sensualità di una spogliarellista del Bataclan. Nel romanzo il desiderio di assoluto e di autenticità della gioventù sta a misurarsi con le miserie e i paradossi dell’epoca che, negli anni Sessanta, annunciarono l’avvento della società del benessere.