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3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento26/02/2024
Solo una solitudine affollata può salvare
Riassumo il romanzo con una delle ultime riflessioni di Ida "delle vite degli altri non so molto,ma se aprissi uno spiraglio la mia solitudine diventerebbe affollata". La protagonista, forse come la sua Messina dopo il terremoto del 1908, ha smesso adolescente di "buttare le cose...incapace di eliminare il vecchio per fare posto al nuovo" e così dovrà riappropriarsi del suo passato, aprendo il cuore al dolore degli altri. Una storia complessa che sembra all'inizio ripetitiva e senza via di uscita e poi, finalmente, la risata liberatoria e l'orologio che riprende la sua corsaHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento26/02/2023
Lasciamo andare i nostri fantasmi
Ida è una donna adulta, sposata e realizzata a livello professionale. Eppure qualcosa nella sua vita non funziona. Sua madre la richiama nella sua casa di origine per via di alcuni lavori di ristrutturazione. Tornare a casa significa per Ida immergersi nel passato e in particolare affrontare l'assenza del padre. Suo padre non è morto, ma semplicemente è andato via di casa e nessuno sa che fine abbia fatto. Ida non riesce a trovare un senso a tutto questo. Si è data infinite spiegazioni, ma non è riuscita a "lasciar andare " il fantasma di suo padre. Una scrittura densa che scandaglia l'animo umano. Un romanzo che ho letto in due giorni e che ho divorato. Una narrazione accattivante. Mie riflessioni Talvolta viviamo di ossessioni . Le nostre vite si legano ad eventi passati e a persone e non riusciamo a "lasciar andare " . Ci costruiamo dei riti e delle fortezze in cui il dolore non può entrare. Eppure l' unico modo per vivere e andare avanti è proprio sperimentare il dolore. Solo il dolore infatti ci permette di lasciar andare i fantasmi e vivere pienamente. Un libro che fotografa alcune situazioni di vita e che suggerisco. Buona lettura Simona StefanelliHai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
4 / 4 utenti hanno trovato utile questo commento08/04/2022
Non esiste la felicità, ma esistono momenti felici
Il dolore di Ida per la scomparsa del padre quando aveva solo 13 anni non la fa vivere, la tiene ancorata alle 6,16: l'ora che segna la sveglia di suo padre, la mattina in cui si alzato dal letto della depressione, si è vestito ed è uscito di casa per non tornare più. La vita di Ida è una non vita, bloccata a quel preciso istante. Ida cresce, parte, cambia casa, si sposa, ma è come se non vivesse mai davvero, paralizzata dal suo dolore. E' così ancorata a quel dolore che la trattiene come una zavorra che permette ad esso di diventare il vero centro della sua vita interiore. Tutto ruota intorno alla sua perdita. Finché non si accorgerà che vivere nella perdita non fa altro che provocare altre perdite, perché gli altri, quelli che ci amano hanno anche loro bisogno di esser visti, amati, ascoltati, considerati.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
6 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento22/05/2021
La perdita
Un bel romanzo, profondo, intenso che vede la protagonista tornare dalla madre sola, nella casa d' origine e riuscire a dire addio al fantasma del padre sparito ed al dolore con il quale ha convissuto dall' adolescenza.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
7 / 7 utenti hanno trovato utile questo commento27/03/2020
Questi fantasmi ...
E' la storia molto ben scritta (l'autrice da prova di una prosa corposa, struggente, talvolta molto letteraria), di Ida giovane donna la cui infanzia/adolescenza è stata segnata dalla scomparsa senza lasciare traccia del padre sofferente di depressione. Ida torna a Messina sua città natale e insieme alla madre e a due personaggi, Silvia e Nikos, riuscirà a scacciare, a dire addio al suo fantasma. Sarà stato il padre un pessimo padre che ha abbandonato moglie e figlia (come mormora la gente) oppure Ida e la madre non sono state capaci di trattenerlo amandolo? Belle le ultime pagine in cui Ida traversa lo stretto di Messina volgendosi ora alla Sicilia (sua casa d'origine) ora al continente (vive a Roma) e ride non vista: ha detto addio ai suoi fantasmi.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
9 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento20/01/2020
FARE I CONTI COL PASSATO
Il ritorno nella casa dell'infanzia, con un pretesto offerto da una madre troppo sola, diventa occasione per la protagonista di fare i conti con un lutto, una assenza, la scomparsa, anni prima, di un padre depresso. Nadia è davvero una sopravvissuta al passato...Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
10 / 12 utenti hanno trovato utile questo commento08/08/2019
consigliato
bello, intenso, profondo. cristallizzata in un'eterna adolescenza, lacerata dai sensi di colpa, Ida riuscira' a superare il suo dolore solo tornando nella casa della sua infanzia e facendo i conti con quanto non aveva voluto vedere perche' accecata dal suo dramma di ragazzina abbandonata.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
6 / 8 utenti hanno trovato utile questo commento23/07/2019
Interessante
Una storia che sembra riguardare qualunque giovane adulto. Tornare nella casa dei genitori e riprendere ciò che si ha lasciato, non solo materialmente. Ferite che si riaprono ma anche vita che torna a farsi nostra, più ricca e piena di prima.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato -
11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento07/04/2019Ida ha 36 anni, da anni vive e lavora a Roma e torna poco e malvontieri a Messina dove vive ancora sua madre. Presto però dovrà tornarci per aiutare appunto la madre a sgombrare la vecchia casa di famiglia che ha deciso di sistemare e sgombrare per poterla vendere. Affronterà così i suoi fantasmi, anzi un fantasma, quello di suo padre uscito da casa quando lei di anni ne aveva 13 e mai più tornato, mai più trovato, scomparso appunto. Il ritorno a casa costringerà Ida, è questo il suo nome, a ripercorrere le tappe della profonda depressione del padre, sfociata appunto nella sua scomparsa. A ricordare le accuse che in maniera più o meno conscia rivolgeva alla madre, che considera in buona parte responsabile di questa scomparsa, dei suoi sensi di colpa per non aver saputo trattenere il padre. La scomparsa del padre ha condizionato tutta la sua vita e gli incontri che farà a Messina - quello con Silvia che allora era la sua migliore amica e con Nikos il giovane muratore che ripara il terrazzo della madre - l'aiuteranno ad elaborare il lutto che fino ad allora si era trascinata. Ben scritto - anche se in alcuni punti la prosa mi è smbrata si attorcigliasse un po' su se stessa e scivolasse via - ho trovato forse un po' forzata l'entrata in scena di Silvia e Nikos anche se il loro ruolo si rileva poi fondamentale nell'aiutare Ida a prendere coscienza (e distanza) dal proprio dolore. Ma aldilà di queste impressioni il testo si legge bene, ci si affeziona ad Ida e al suo essere un po' storta, Nadia Terranova è brava nel farci vedere tutto il suo dolore.Hai trovato utile questo commento?
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