Notte tranquilla tra 16 e 17 luglio 1937 a Bellano, quando improvvisamente si leva un grido di donna che urla: 'Al ladro!, Al ladro!'.
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E' Emerita Diachini in Panicarli che lancia l'urlo perchè ha intravisto un’ombra sospetta muoversi tra i muri di via Manzoni, mettendo così in moto sequenze rocambolesche da parte della guardia notturna Romeo Giudici e facendo sì che venga acciuffato il balordo. Trattasi di Serafino Caiazzi, già noto alle cronache del paese per piccoli reati, in realtà tutti finiti nel nulla anche per quell'incapacità strutturale che lo caratterizza, ma in questo caso il ladro è certo lui, anche perchè, se non lui, chi altri? Al maresciallo Maccadò non bastano i sospetti e le voci di contrada o la 'fama' che ha il presunto reo, ma servono le prove, dunque, scattano le indagini. Bisogna interrogare per prima cosa l’Emerita, che spesso però non risponde al suono del campanello di casa, e che ha pure un cane bastardino, ringhioso e aggressivo, che s'attacca ai polpacci di qualunque estraneo e di cui il Maccadò ha una gran paura. Il giallo si svolge tra misteri e tresche di paese, sforzi dei carabinieri, voci e pettegolezzi che si diffondono incontrollati e che generano curiosità in tanti.