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Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia

Ruol, Michele <1986>

narrativa TerraRossa 2024

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Nella storia di Madre e di Padre ci sono degli avvenimenti che determinano un prima e un dopo. La nascita di Maggiore e poi quella di Minore, ad esempio, o l’incidente che li coinvolge, ma anche episodi apparentemente marginali dirottano le loro esistenze, come le nostre: delle mani che si sfiorano per caso e poi si trattengono appena più del dovuto, o l’apertura casuale di una chat altrui.
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    03/06/2025
      

    Indimenticabile

    Candidatura al premio strega strameritata a mio avviso. La storia narra di due genitori che perdono i figli in un incidente stradale. Il libro è un continuo flashback tra il prima e il dopo. Si avverte nitidamente tutta la disperazione e la totale mancanza di motivazione a continuare a vivere. Un libro che lascia un segno e non si dimentica. Ben scritto, personaggi ben descritti, insomma spero che sia il vincitore del premio.
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento

    Cesarina Evangelista

    29/05/2025
      

    I personaggi del libro non hanno nomi, sono Padre, Madre, Maggiore e Minore. Una famiglia come tante: un padre dedito totalmente al lavoro, una madre oberata dai carichi quotidiani e dall’educazione dei figli, oneri lasciati esclusivamente a lei, che vive con senso di colpa il suo tentativo di emancipazione. La vita scorre ma improvvisamente tutto si ferma: un dolore immenso fa traballare la mente di Padre e rende Madre più forte nel dolore, accettandolo come parte della vita che è fatta di momenti bellissimi ma anche tristi. Il tempo non cancella certo il dolore, ma come l’albero del giardino colpito dal fulmine è capace di rigermogliare, pur mantenendo le sue ferite, così la vita deve ritrovare linfa nuova per poter rifiorire. E loro pianteranno nel giardino della nuova casa un albero di corbezzolo, pianta che rinasce per prima nella foresta bruciata. Ogni capitolo è intitolato a cose che conducono il lettore a vivere con i personaggi la loro vita. Gli oggetti che hanno fatto parte della casa in cui la famiglia viveva si animano nelle mani e nel ricordo di Padre e Madre portandoci a scoprire la loro vita intima, le loro aspettative, i loro progetti, e poi il dolore struggente nella sua verità. La scrittura è chiara, il racconto coinvolgente e lieve nella sua drammaticità, mai banale.
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  • 1 / 10 utenti hanno trovato utile questo commento
    21/05/2025
      

    Mi discosto dai commenti degli altri, sicuramente ben scritto ma non mi ha lascito nulla.
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  • 9 / 9 utenti hanno trovato utile questo commento
    18/05/2025
      

    Ottima la prima!

    Sono rimasta ammirata da questa opera prima. Un romanzo potente e delicato, incentrato su una delle perdite più laceranti che possano colpire un essere umano: quella dei figli. Sopravvivere ai propri figli è innaturale, una vera e propria devastazione, e Michele Ruol lo narra con una sensibilità che rifugge ogni facile sentimentalismo e retorica. La scelta di non dare un nome ai protagonisti, identificandoli semplicemente come Padre e Madre, conferisce una dimensione più universale alla storia. Padre e madre sono una coppia di genitori che, in un incidente di auto, perdono entrambi i figli, Maggiore e Minore. La narrazione si muove attraverso una serie di oggetti che hanno fatto parte della vita non solo dei ragazzi, ma anche del resto della famiglia, sia in casa che fuori. Cose che custodiscono la memoria di chi le ha possedute. Il romanzo si concentra non tanto su chi non c’è più, quanto su chi resta: Padre e Madre, il loro diverso modo di attraversare il dolore nel tempo e di cercare un senso in ciò che rimane, di smuovere, metaforicamente, la cenere lasciata dall’incendio. Un libro breve ma di intensa profondità, bello nel contenuto e nello stile, scritto con misura e lucidità emotiva. Come suggerisce la seconda di copertina, è un'opera dedicata a chi ha il coraggio di contemplare la distruzione e, soprattutto, di cercare tra le sue vestigia; a chi sa ascoltare negli oggetti l'eco delle vite passate. Un esordio notevole per Michele Ruol, medico anestesista, un riconoscimento meritato che lo ha condotto nella dozzina del Premio Strega.
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  • 11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento

    Giorgio Grasso

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    08/05/2025
      

    Inventario di 4 vite bruciate

    Dopo venti pagine di brevi narrazioni temporalmente sfasate capiamo che al centro della storia di questa famiglia c'è una tragedia da cui nessuno dei 4 protagonisti si riprenderà mai: i due figli, Maggiore e Minore, muoiono in un incidente stradale, i due genitori, Padre e Madre, muoiono psicologicamente e in un certo senso anche fisicamente. L'espediente vincente di Ruol è quello di spezzettare il racconto in 99 frammenti, ciascuno della lunghezza di 2-3 pagine, che si svolgono in tempi diversi, dall'inizio della storia sentimentale dei genitori fino all'epilogo, che non rivelo. Va detto che, anche prima dell'incidente che la distrugge, non si tratta di una famiglia perfetta: Padre tutto dedito al lavoro e assente sia nei rapporti con i figli che con la moglie, Madre lontana dal capire le esigenze dei figli e completamente insoddisfatta della propria vita (addirittura decide di lavorare senza dirlo al marito), i due figli dediti a occuparsi delle loro cose senza rapportarsi con i genitori (ma in fondo non hanno torto). Non mancano momenti felici in questa vita, ma per lo più gli eventi raccontati, anche prima dell'incidente, sono negativi. I frammenti di storia partono tutti da oggetti che si trovano nelle varie stanze della casa e nella macchina, e va dato atto a Ruol di grande inventiva. Il romanzo si legge, o si ascolta (io in questo formato), molto bene, aspetto Ruol alla prossima prova. E spero che entri nella cinquina finale dello Strega 2025.
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  • 11 / 11 utenti hanno trovato utile questo commento

    Daniela Bertoglio

    15/03/2025
      

    Il romanzo ha una struttura molto originale: la storia di una famiglia raccontata attraverso gli oggetti che si trovano nella sua casa. Un padre, una madre, due figli, tutti senza un nome proprio, indicati solo attraverso il loro ruolo (Padre, Madre, Maggiore e Minore), i due figli sono morti in un incidente cui si accenna solo vagamente, almeno all'inizio del libro. Il padre fa l'architetto, la madre ha dovuto abbandonare l'università quando sono nati i figli, avrebbe voluto riprendere gli studi, ma poi ha rinunciato, e ha lavorato come agente immobiliare. C'è stato un incendio, la cui natura verrà spiegata alla fine del romanzo. Due genitori distrutti dal dolore, che reagiscono in maniera diversa, ma la loro pena viene raccontata con una delicatezza estrema, ogni oggetto è lo spunto per svelare un particolare, raccontare un episodio della loro vita, presente o passata. Davvero un bellissimo romanzo, e l'autore è un (quasi) esordiente. Segnalo che esiste anche la versione audiolibro, letto benissimo da Federico Maggiore.
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