Un medico chiamato al capezzale di un paziente in una notte di tempesta. Un artigiano che trova la sua città invasa da una feroce tribù di nomadi. Un messaggero imperiale che non giungerà mai a destinazione.
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Sono alcuni dei protagonisti dei quattordici racconti di "Un medico di campagna", opera pubblicata da Kafka nel 1919: folgoranti, visionarie narrazioni ispirate sia dal resoconto di un'esplorazione asiatica sia da una lettura apocalittica del "Romanzo di Alessandro". Nell'accostare accuratamente i testi, Kafka compone il ritratto di una modernità nella quale la realtà è in balia del caos e la verità una pura incognita. Liberate le forze disgregatrici, nell'avviarsi alla fine l'universo si fa sempre più incoerente e inafferrabile; il tempo perde significato, solo il ricordo permane; gli esseri umani si illudono di poter cogliere un senso inventando storie, ma sono soltanto fantasmi in attesa che il mondo ricominci come sempre è stato, non redento ma solamente restituito alla propria origine.