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L'invincibile estate di Liliana

Rivera Garza, Cristina

narrativa Sur <casa editrice> 2023

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Il 16 luglio del 1990, a Città del Messico, Liliana Rivera Garza fu vittima di un femminicidio. Aveva vent’anni, studiava architettura. Da tempo cercava di porre fine a una relazione con un ragazzo che non le dava tregua. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    14/04/2024   

    Questo è un bellissimo libro. Straziante ma interessantissimo. È il racconto, soprattutto, sul "prima". Cristina Rivera Garza ci racconta dell'omicidio di sua sorella in Messico nel lontano 1990, ma sopratutto ci racconta di Liliana e della sua vitalità del suo modo di concepire l'amore e l'amicizia... Quello che ne viene fuori è un ricordo che tiene e terrà per sempre in vita Liliana.
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    05/02/2024
      

    Doloroso

    Il libro ha la grande capacità di rendere chiara dinamiche che ormai si ripetono più e più volte, a tutte le latitudini. La scrittura approccia la storia come una preghiera laica e poi ricostruisce dolorosamente l'accaduto e le persone coinvolte, restituendo a loro, e a noi che leggiamo, la figura e il ricordo di Liliana Rivera Garza.
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  • 0 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento

    Michele D'apuzzo

    Cambia il tuo avatar
    29/01/2024
      

    Il libro narra le vicende personali dell’autrice che, dopo 29 anni, racconta la vita della sorella vittima di femminicidio. L’opera seppur con tematiche importanti paga una ripetitività fastidiosa che appesantisce la lettura sminuendo, tra l’altro, il messaggio. Anche la prosa, non certo indimenticabile, contribuisce particolarmente alla piacevolezza. Nel complesso una discreta lettura con tematiche attuali ed importanti ma con un'architettura narrativa da rivedere.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Morena Terraschi

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    17/12/2023
      

    Cristina Rivera Garza, dopo trent'anni dall'omicidio di Liliana, sua sorella minore, uccisa a poco più di vent'anni a Città del Messico, ne ricostruisce la storia e soprattutto l'ultima estate da lei vissuta. Nella ricerca del fascicolo di indagine, nei suoi personali ricordi, nei diari e quaderni lasciati da Liliana, nei ricordi di amici, amiche e familiari, emerge il ritratto di una giovane donna, intelligente e consapevole, che era riuscita a chiudere una relazione violenta con un suo coetaneo, ma che da questo non veniva lasciata in pace. Mentre Liliana vedeva il suo futuro sempre più chiaramente, mentre si allontanava da una relazione tossica e capiva sempre meglio cosa voleva dall'amore, mentre maturava e amava e conosceva e veniva amata e conosciuta, l'uomo con cui era stata fidanzata diventava sempre più consapevole della sua lontananza e libertà, tanto da ucciderla e poi fuggire. Cristina Rivera Garza fa un lavoro straordinario nel ricostruire la vita della sorella perduta, nel raccontare il suo lutto e di chiunque amasse Liliana che continua ancora adesso, riflette sul femminicidio e sulla violenza degli uomini contro le donne, sulle tragiche statistiche messicane (una media di 10 femminicidi al giorno) e su come faticosamente ogni donna in Messico e nel mondo rivendica la propria libertà e indipendenza contro il patriarcato e il sessismo, per un mondo più giusto e più libero.
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