Milano, 12 dicembre 1969. La Banca Nazionale dell'Agricoltura, al civico 4 di Piazza Fontana, è affollata per il "mercato" del venerdì. Alle 16.30, nella sala principale della banca, esplode una potentissima bomba al tritolo collocata in modo da provocare il massimo numero di vittime: piazzata sotto il tavolo, al centro del salone riservato ai clienti, di fronte agli sportelli.
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Il bilancio delle vittime è devastante: 16 morti e 87 feriti. Nei giorni successivi alla strage, solo a Milano, vengono fermate e interrogate 84 persone tra anarchici, militanti di estrema sinistra, appartenenti a formazioni di destra. Il primo a essere convocato è il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, chiamato in Questura poche ore dopo l'esplosicene. A interrogarlo è il commissario Calabresi, che guida l'inchiesta sulla strage che inaugura la strategia della tensione, determinando i dieci anni più bui e violenti della vita politica italiana.
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