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1: La principessa di ghiaccio

Läckberg, Camilla

Giallo Marsilio <casa editrice> 2018

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Erica Falck è tornata nella casa dei genitori a Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia che, come sempre d'inverno, sembra immersa nella quiete più assoluta. Ma il ritrovamento del corpo di Alexandra, l'amica d'infanzia, in una vasca di ghiaccio riapre una misteriosa vicenda che aveva profondamente turbato il piccolo paese dell'arcipelago molti anni prima.
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  • 1 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    20/09/2023
      

    “Grande suspense” è l’accattivante commento di My Life, riportato in prima di copertina. “Un libro che vi darà il batticuore, e vi scalderà il cuore” rincara la dose Val McDermid -che sarebbe interessante cominciare a tradurre e pubblicare in Italia- nella controcopertina. Ahimè… Confesso di non aver provato, durante la lettura, alcun batticuore, se non una certa eccitazione quando mi è capitato di imbattermi nel nome di un poeta svedese che non conoscevo -Gustaf Fröding- e del quale avrei potuto cercare ulteriori notizie. E un brivido -a metà tra indignazione e pena- l’ho avuto a pagina 136, dove una battuta del tipo “ Non sei riuscita a trovare uno sufficientemente stupido da volersi mettere con te “ viene percepita dalla protagonista -una trentacinquenne intelligente, che scrive biografie ed è parte attiva nelle indagini del caso- come umiliante. Il tutto nella Svezia odierna. Ma forse la chiave di lettura più giusta è proprio questa. Quelle fragilità con cui ogni giorno dobbiamo fare i conti. Le fragilità nascoste nell’essere umano e anche in ognuno di quei personaggi che si incontrano per le vie del minuscolo paese di Fjällbacka -uno sfondo appena accennato, tanto che non sono quasi riuscita a “vederlo”, a percorrerne le strade, i dintorni, i luoghi che lo rendono unico. E sì che dovrebbe essere “protagonista”, al pari di quella mentalità che vi si respira e che spesso -con quell’assillante timore: “Cosa dirà la gente?”- ha condizionato, e condiziona, la vita di chi vi abita, condannandola all’ipocrisia e condannando -anche nel libro- i più deboli e essere vittima. I personaggi li si incontra invece nelle loro case -quasi vi si rinchiudessero a cercare sicurezza e protezione dall’esterno- e le case rispecchiano perfettamente ciò che essi sono -la necessità di apparire, la resa verso la vita, il bisogno di radici, un vuoto da riempire... I personaggi ricalcano abbastanza modelli già visti e collaudati: il pittore di talento alcolizzato -si chiama Anders, qui- nato con un insaziabile bisogno di bellezza, ma condannato a una vita di abiezione... Patrik, il poliziotto dal carattere aperto e ottimista, ma con una scarsa autostima di sè dopo l'abbandono da parte della moglie... Erica, la simpatica protagonista, che vive una serie di conflitti e frustrazioni sul versante familiare, affettivo e lavorativo... E Anna, sua sorella, che chiude gli occhi davanti alla triste realtà, coltivando impossibili illusioni... I Lorentz, la famiglia altolocata della zona, con qualche scheletro nell’armadio e la proverbiale puzza sotto il naso… Alex, bellissima, biondissima, apparentemente privilegiata dalla vita -una principessa che ha il ghiaccio dentro e che la vita ha ferito troppo in profondità... Henrik, il marito così perfetto da sembrare uscito da un manuale, che in quindici anni non è riuscito a conoscere fino in fondo la sfuggente Alex, nè a possederne l'anima e neppure a farsi amare... Un ridicolo commissario capo pomposo e pieno di sè, eternamente alle prese con la propria calvizie e i dolcetti al cioccolato... Molti, moltissimi i personaggi -ognuno con particolari caratteristiche che divengono una sorta di ulteriore elemento distintivo, a sottolinearne la forte individualità anche in quel paesino minuscolo che non ammette l'anonimato o il passare inosservati. La trama non è forse delle più originali -un passato che torna improvvisamente a galla, un passato con il quale più persone devono fare i conti, confrontarsi, un avvenimento che ne innesca altri- e, in taluni punti, neppure delle più solide, ma il libro è tutto sommato gradevole. Qualche situazione, qualche dialogo ricorda magari troppo una sit-com, risultando una forzatura e gli ingredienti sono probabilmente troppi. C'è quasi tutto il campionario: incendiari e pedofili, mariti violenti e mogli succubi, madri troppo protettive e madri troppo assenti, mogli insopportabili e mogli inafferrabili, uomini che tradiscono e amici fedeli, anziani che sentono di poter ancora sognare e
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