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1 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento20/09/2023“Grande suspense” è l’accattivante commento di My Life, riportato in prima di copertina. “Un libro che vi darà il batticuore, e vi scalderà il cuore” rincara la dose Val McDermid -che sarebbe interessante cominciare a tradurre e pubblicare in Italia- nella controcopertina. Ahimè… Confesso di non aver provato, durante la lettura, alcun batticuore, se non una certa eccitazione quando mi è capitato di imbattermi nel nome di un poeta svedese che non conoscevo -Gustaf Fröding- e del quale avrei potuto cercare ulteriori notizie. E un brivido -a metà tra indignazione e pena- l’ho avuto a pagina 136, dove una battuta del tipo “ Non sei riuscita a trovare uno sufficientemente stupido da volersi mettere con te “ viene percepita dalla protagonista -una trentacinquenne intelligente, che scrive biografie ed è parte attiva nelle indagini del caso- come umiliante. Il tutto nella Svezia odierna. Ma forse la chiave di lettura più giusta è proprio questa. Quelle fragilità con cui ogni giorno dobbiamo fare i conti. Le fragilità nascoste nell’essere umano e anche in ognuno di quei personaggi che si incontrano per le vie del minuscolo paese di Fjällbacka -uno sfondo appena accennato, tanto che non sono quasi riuscita a “vederlo”, a percorrerne le strade, i dintorni, i luoghi che lo rendono unico. E sì che dovrebbe essere “protagonista”, al pari di quella mentalità che vi si respira e che spesso -con quell’assillante timore: “Cosa dirà la gente?”- ha condizionato, e condiziona, la vita di chi vi abita, condannandola all’ipocrisia e condannando -anche nel libro- i più deboli e essere vittima. I personaggi li si incontra invece nelle loro case -quasi vi si rinchiudessero a cercare sicurezza e protezione dall’esterno- e le case rispecchiano perfettamente ciò che essi sono -la necessità di apparire, la resa verso la vita, il bisogno di radici, un vuoto da riempire... I personaggi ricalcano abbastanza modelli già visti e collaudati: il pittore di talento alcolizzato -si chiama Anders, qui- nato con un insaziabile bisogno di bellezza, ma condannato a una vita di abiezione... Patrik, il poliziotto dal carattere aperto e ottimista, ma con una scarsa autostima di sè dopo l'abbandono da parte della moglie... Erica, la simpatica protagonista, che vive una serie di conflitti e frustrazioni sul versante familiare, affettivo e lavorativo... E Anna, sua sorella, che chiude gli occhi davanti alla triste realtà, coltivando impossibili illusioni... I Lorentz, la famiglia altolocata della zona, con qualche scheletro nell’armadio e la proverbiale puzza sotto il naso… Alex, bellissima, biondissima, apparentemente privilegiata dalla vita -una principessa che ha il ghiaccio dentro e che la vita ha ferito troppo in profondità... Henrik, il marito così perfetto da sembrare uscito da un manuale, che in quindici anni non è riuscito a conoscere fino in fondo la sfuggente Alex, nè a possederne l'anima e neppure a farsi amare... Un ridicolo commissario capo pomposo e pieno di sè, eternamente alle prese con la propria calvizie e i dolcetti al cioccolato... Molti, moltissimi i personaggi -ognuno con particolari caratteristiche che divengono una sorta di ulteriore elemento distintivo, a sottolinearne la forte individualità anche in quel paesino minuscolo che non ammette l'anonimato o il passare inosservati. La trama non è forse delle più originali -un passato che torna improvvisamente a galla, un passato con il quale più persone devono fare i conti, confrontarsi, un avvenimento che ne innesca altri- e, in taluni punti, neppure delle più solide, ma il libro è tutto sommato gradevole. Qualche situazione, qualche dialogo ricorda magari troppo una sit-com, risultando una forzatura e gli ingredienti sono probabilmente troppi. C'è quasi tutto il campionario: incendiari e pedofili, mariti violenti e mogli succubi, madri troppo protettive e madri troppo assenti, mogli insopportabili e mogli inafferrabili, uomini che tradiscono e amici fedeli, anziani che sentono di poter ancora sognare eHai trovato utile questo commento?
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