Siamo all'inizio degli anni Sessanta e a Wakonda, un piccolo paese dell'Oregon, monta una rivolta sindacale tra gli operai dell'industria del legno, oppressi dall'avanzata delle grandi aziende e dalle innovazioni tecnologiche che minacciano la domanda di manodopera.
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Solo una delle imprese locali ne resta fuori, approfittando così dello spazio vacante creato dallo sciopero: quella della famiglia Stamper. Henry, il patriarca dominante e ancora in piena attività, è bloccato improvvisamente da un infortunio che lo costringe a fermarsi; Hank, il primogenito che da sempre cerca di conquistare la stima del padre, si appresta a impugnare le redini dell'attività. Al suo fianco c'è la moglie, Viv, donna bella e brillante cui la vita in casa inizia a star stretta. E poi, c'è Leland: il figlio di seconde nozze di Henry, che al principio della storia interrompe gli studi universitari per tornare in Oregon e rimboccarsi le maniche nell'azienda di famiglia e, forse, anche per mettere un punto a una lunga e tortuosa storia. La casa degli Stamper, una scenografia precaria che cerca di resistere all'impeto del fiume sulle cui sponde sorge, diventa allora il crocevia di passato e presente, di forze contrastanti che si remano contro, nell'intimità domestica come nella Storia degli Stati Uniti. Epopea familiare da molti considerata il capolavoro di Ken Kesey - autore del celebre "Qualcuno volò sul nido del cuculo" - "A volte una bella pensata" arriva per la prima volta in traduzione italiana dalla pubblicazione nel 1964 e a vent'anni dalla scomparsa di Kesey.
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