Dettaglio del documento
- Lo trovi in
- Scheda
- Commenti
- Forse ti può interessare
Se vuoi inserire un commento a questo documento o indicare con un voto da 1 a 5 la tua preferenza inserisci il tuo codice utente e la tua password dal pulsante Accedi in alto a destra.
Non sei ancora un nostro iscritto? REGISTRATI ON-LINE!!
Non sei ancora un nostro iscritto? REGISTRATI ON-LINE!!
-
1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento15/03/2025
Nulla è cambiato
Sebbene il libro sia datato, pubblicato nel 1971, ci racconta di fatti storici che rivelano, in qualche modo, ciò che stia accadendo tuttora nel mondo. Un mondo dove chi produce è inverosimilmente più povero di chi consuma. Eduardo Galeano (1940-2015), grande scrittore uruguayano, in questo suo libro, che è anche la sua opera più famosa, ci narra delle nefandezze perpetrate in America Latina, prima da spagnoli e portoghesi, con la spada, la croce e il contagio delle loro malattie, poi da banchieri e commercianti inglesi, olandesi, infine dai ricchi statunitensi e dal Fondo Monetario Internazionale (in anni più recenti è subentrata anche la Cina, ma Galeano non poteva prevederlo). Oro, risorse minerarie, schiavi, canna da zucchero, caucciù, caffè, banane, guano, salnitro, petrolio si sono succeduti ad alimentare la bramosia di ricchezza dei nuovi arrivati e lo sviluppo economico degli europei, con gli inglesi in testa e, seguendo a ruota, degli statunitensi. Le atrocità perpetrate nel nuovo mondo, da Cristoforo Colombo all’era moderna, narrate da Galeano, fanno a tratti pensare: “Ma è possibile?” La risposta è, purtroppo, affermativa e la prova non è fornita solo da documenti storici ma anche dal fatto che, tutto sommato, sopraffazione, sfruttamento umano e distruzione delle risorse, proseguono imperterrite, a oltre cinquant’anni dalla pubblicazione di questo libro. Tanto che si potrebbero benissimo scrivere dei libri simili solo cambiando leggermente il titolo, come “Le vene aperte dell’Africa” o “Le vene aperte dell’Asia” oppure, semplicemente, “Le vene aperte del mondo”. Una lettura impegnativa, densa, a tratti un po’ disordinata, ma fondamentale, per chi vuol tentare di capire in che modo si è accumulata la ricchezza e perché ci stiamo autodistruggendo.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato