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I terrestri

Murata, Sayaka

E/O <casa editrice> 2021

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Natsuki è stata incaricata dal peluche Piyut di salvare la Terra. Può trasformarsi grazie a un portacipria e una bacchetta e compiere magie, che però gli adulti non sembrano capire: dopo averla sorpresa a fare sesso con il cuginetto Yu le impediscono di rivederlo, e quando racconta che il Professor Igasakile propone cose strane, non viene creduta. [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    09/10/2023
      

    Secondo libro di Murata che leggo, dopo la Ragazza del convenience storie, e devo dire che apprezzo sia lo stile che le tematiche che propone. Sono temi crudi e strazianti della società odierna (e in particolare della società giapponese che l'autrice solleva come delle garze sopra a ferite fresche) affidati a dei personaggi che non sono mai consci di loro stessi o di tutto ciò che li circonda. Questi libri non sono per tutti, perché possono dare molto fastidio a lettori sensibili, ma hanno sicuramente qualcosa di diverso che mi attira.
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  • Marco Simeoni

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    04/11/2022
      

    Denuncia di una società aliena

    Dialoghi ✸ Parte finale ✸✸1/2 La protagonista è Natsuki. Natsuki non è una bambina comune. Ha la missione di proteggere la Terra dai malvagi. L'incarico le è stato affidato da Pyut, alieno del pianeta Pohapipinpobopia che comunica con lei sotto le sembianze di un peluche. Natsuki, anche senza Pyut e la sua missione, non è come tutti, perché ha la sfortuna di essere una bambina maltratta dalla sua stessa famiglia e il dono di Natsuki e di tutti coloro che soffrono è riconoscere i propri simili. C'erano veramente delle belle premesse per affidare a questo romanzo un messaggio carico e deflagrante. Purtroppo la Murata affida questo messaggio a una tecnica che non sa padroneggiare e rovina l'esperienza di lettura. I dialoghi sono tremendi. Continui "Spiegoni" e ripetizioni. Credibilità pari a ZERO nei rapporti e personalità di molti personaggi paragonabile a macchiette. Non capisco. Essendo questo un testo che sfrutta l'eccesso, perché non affidare il corollario che veicola il messaggio ad altro? Perché fingere di essere in un contesto di relazioni intime quando persino gli scambi tra moglie e marito sembrano dialoghi propagandistici del pensiero dell'autrice? Se la ripetizione e il martellamento di un concetto sono gli obiettivi, magari sarebbe convenuto mettere il bizzarro sin da subito. Penso alla bizzarro fiction di Carlton Mellick III (corredato dallo stile della Murata) Anche il personaggio di Tomoomi subisce la stessa sorte Come lettore non voglio essere imboccato, guidato. Forse la Murata aveva "paura" che il messaggio non arrivasse e ha esagerato. Quando smette di farlo e si lascia trasportare dall'estremo, il libro prende slancio e anche i dialoghi, nel momento in cui passano da "spiegazione del concetto" a "esteriorizzazione di un vissuto interiore", assumono un fascino folle che arricchisce l'escalation finale che purtroppo arriva breve e affrettata (era meglio sfoltire prima le decine e decine di ripetizioni per dare più respiro a questa parte) Natuski è l'unica ad avere una vera evoluzione e, sempre nella parte finale del libro, prende forza tanto da arrivare a esprimersi senza il peso martellante dell'autrice P.S: Recentemente ho letto La fabbrica di Oyamada e ho scorto dei punti in comune sul fronte alienazione del lavoro.
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