L’inventiva geniale di Dante ha tratteggiato paesaggi, creature, fenomeni meteorologici di neve, grandine e terremoti, precipizi, fiamme ed quant'altro, il cui risultato è un intreccio di metafore e similitudini che va compreso nel suo senso simbolico. Il Poeta si imbatte nelle fiere dell’Inferno, simboli delle forme di peccato ora punite: serpenti, draghi e scorpioni, il leone e la lupa.
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Nel Purgatorio la natura è spoglia e i luoghi bassi e fangosi in cui cresce il giunco, col suo piegarsi assecondando le percosse del mare, diventano allusioni all'umiltà necessaria per affrontare il percorso. Il Paradiso è luogo dove i beati si mostrano in forma di "candida rosa" e dove ovunque sbocciano gigli e fioriscono piante straordinarie che non hanno bisogno di semi per crescere, vi sono pietre, zaffiri e smeraldi che riflettono, con la loro bellezza e luminosità, le anime beate, nel trionfo di Maria ineguagliabile zaffiro "del quale il ciel più chiaro s'inzaffira".