Al tempo dell'A. bambina, il confine tra Bulgaria, Turchia e Grecia era una via di fuga dal blocco di Varsavia, migliore rispetto al Muro di Berlino e per questo con i boschi e montagne affollati di militari, spie e fuggiaschi. L'A.
[...]
ricorda di avere giocato, nelle sue vacanze sul Mar Nero, sulla spiaggia a pochi chilometri dall'imponente barriera elettrificata, il cui filo spinato era vòlto minacciosamente verso l'interno. Oggi questo paesaggio di foreste non è più militarizzato come allora, ma tuttora è un sentiero battuto dai profughi di tragedie lontane e che porta ben visibili le molte cicatrici. Qui, dai cosiddetti Balcani sud-occidentali, Kassabova parte per un viaggio verso le proprie radici e verso il cuore di un passato secolare fatto di misteri, sofferenza ed umanità. La regione è, infatti, il risultato di una successione di forze violente della storia, dalle crisi migratorie, al comunismo, da due guerre mondiali, all'Impero Ottomano e, prima ancora, un'eredità di miti e leggende. Nel paesaggio dominato di natura selvaggia, enigmatiche tracce di vicende remote, l'A. incontra guardie di confine, cercatori di tesori, imprenditori, botanici, guaritori e adepti di riti magici, rifugiati e contrabbandieri: il popolo del confine è un mondo brulicante di storie, di aspettative, di credenze e di conflitti, pervaso da una peculiare energia psichica che sembra scaturire dalla natura stessa.