I rapporti tra Dante e la cultura islamica sono notoriamente controversi. Se, da una parte, il sommo poeta è sempre piuttosto aspro e polemico contro l’Islam; dall'altra, nella Commedia ma ancor di più nel Convivio, teorizza una cosmologia in cui le tracce di arabismo sono evidentissime: dalla struttura fisica dei cieli al ruolo degli intelletti che muovono le sfere per appetito d’amore.
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Questo libro cerca di colmare il vuoto lasciato nella memoria dell’Occidente, indagando il retaggio del pensiero islamico in Dante, di cui offre anche una innovativa ipotesi biografco-intellettuale con particolare enfasi sul contesto politico. Ne emerge che i mondi, arabo ed euro-occidentale, non erano chiusi e reciprocamente ostili, ma continuamente interagenti al di là dello “scontro di civiltà”.