La qualità della vita democratica scaturisce dalla capacità di porre e porsi domande e dalla capacità di dubitare: questo sia per chi il potere ce l'ha quanto per chi non ce l'ha. Vale cioè per noi. I cittadini hanno un potere nascosto che li distingue dai sudditi e che deriva proprio dall'esercizio della critica e dunque della sorveglianza. L'A. nel v.
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accompagna il lettore, in modo narrativo, in un viaggio nel tempo e nello spazio e costruisce un sommario di regole, o suggerimenti, per una pratica nuova di convivenza civile, che nasce dall'accettazione attiva dell'incertezza e della complessità del mondo ed elabora strumenti di un agire collettivo laico, tollerante, efficace. Partendo dagli insegnamenti di maestri del lontano Oriente, passando per i moderni pensatori della politica, è offerto un nuovo senso per parole antiche, fondamentali, prima fra cui 'gentilezza'. La 'gentilezza non c'entra con le buone maniere, né con l'essere miti, ma disegna un nuovo modello di uomo civile, che accetta il conflitto e lo pratica secondo regole, in una dimensione audace ma non distruttiva. Per questo la gentilezza, insieme al coraggio, diventa una dote dell'intelligenza, virtù necessaria a trasformare il mondo. E contrastare tutte le forme di esercizio opaco del potere diventa un'attività sovversiva, che dovrà definire l'oggetto della nostra azione e della nostra ribellione.