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La signora del martedì

Carlotto, Massimo <1956- >

Giallo E/O <casa editrice> 2019

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Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. [...]
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  • 3 / 3 utenti hanno trovato utile questo commento
    15/01/2022   

    L’apparenza inganna

    Nanà incontra Bonamente, un gigolo, ogni martedì pomeriggio nella pensione di Alfredo ( una ex malavitosa, un attore porno in declino ed un travestito). Questi tre personaggi danno vita ad una vicenda degli equivoci nella pensione del sig Alfredo che cerca di salvaguardare Bonamente e indirettamente cercherà di ridare un futuro a questi suoi unici amici. Perché tutti hanno una seconda possibilità e quello che la vita ti ha proposto non deve rimanere l’etichetta del futuro anche se, per i media e l’opinione pubblica ti rimane per sempre affibbiato solo il peggio del passato. Ma gli omicidi sono delle soluzioni plausibili per restituire la normalità? Spesso non è tutto come appare e l’apparenza inganna il giudizio veloce. Un romanzo scorrevole, due omicidi e sentimenti; niente di speciale.
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  • 2 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Lamberto Landolfi

    03/02/2021   

    Carlotto non tradisce.

    Personaggi incredibili.E' uno dei migliori Carlotto.
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  • 6 / 6 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    03/01/2021
      

    Massimo di nome e di fatto

    “Che ti succede Nanà? … Dovresti sapere meglio di tutti che la verità vera e quella costruita da sbirri e giudici spesso sono separate da distanze siderali”. Sono tanti i temi affrontati da Carlotto in questo breve e mirabile romanzo, ma ho ritenuto inevitabile iniziare con una citazione che rimanda a quello a lui più dolorosamente presente: il tema della giustizia. Per comprendere quanto sia per lui fondamentale, è sufficiente leggerne la biografia (facilmente rinvenibile su Wikipedia). Nel romanzo, Nanà è (nella sua interpretazione) l’alter ego dello scrittore: la persona incarcerata pur se innocente, condannata dalla «imperfezione» della giustizia e dalla ferocia dell’opinione pubblica. Un aspetto, quest’ultimo, che è stato alla base di uno dei migliori romanzi di Carrisi: “La ragazza nella nebbia”. In quel romanzo, però, i media costituiscono addirittura l’«innesco» per il colpevole (principale) nonché lo «strumento» per il grande investigatore (non meno colpevole, alla fine). Nel romanzo di Carlotto i media hanno bisogno di costruire (o ri-costruire) il « mostro» per il proprio pubblico, per lo share ; ma per soddisfare tale esigenza non solo presumono bensì, alla fine, accettano consapevolmente di sostituirsi agli investigatori, sollevandoli dagli imbarazzi del caso. La storia ruota principalmente intorno a tre personaggi: un porno attore in declino, un travestito (titolare di una pensione e con un passato da prostituta) e una ex prostituta condannata (ingiustamente) per omicidio. Nella narrazione non esiste alcun giudizio, né positivo né negativo: semplicemente, Carlotto descrive gli avvenimenti che si generano attorno ed a causa dei tre protagonisti, vittime della propria solitudine e delle proprie scelte. La catena di avvenimenti è generata da un semplice, inconsulto atto; ma il romanzo vuole anche sottolineare come, per il capriccio del destino o per una sua nemesi (se la si vuole così connotare), basti far rotolare una pietra perché poi nasca una frana capace di travolgere le esistenze e devastare quel poco di normalità che era stato possibile conquistare. Anche il concetto di normalità è, a dire il vero, messo a dura prova dalle figure e dalle situazioni familiari che Carlotto porta in scena; da quelle dei personaggi di contorno a quelle dei protagonisti. Dalla famiglia benestante, dalle sue faide interne, è scappato Bonamente (il porno attore) ed a causa della famiglia Nanà (Alfonsina Malacrida) aveva iniziato e proseguito la propria caduta agli inferi. La famiglia è anche il luogo dove Alfredo ed il professor Bassi mai troveranno accoglienza; ma è anche il luogo dove perfino i personaggi minori non trovano la propria realizzazione, preferendo rifugiarsi in rapporti clandestini o equivoci. Paradossalmente, risultano quasi fuori luogo i due personaggi «positivi»; che tali non sono, avendo anch’essi colpe (passate ma anche future) da espiare: l’avvocato ed il suo amico investigatore privato. L’espiazione dell’avvocato si esplica nel diventare, di fatto, il tutore di Nanà (che non aveva potuto salvare dal carcere); compito in cui è assistito e poi surrogato dall’investigatore. Nanà troverà nella scrittura la sua (passeggera) forma di redenzione sociale, mentre per il sempre fragile ma immaturo Bonamante tale possibilità passerà attraverso la ritrovata capacità di empatizzare e perfino di innamorarsi. La scrittura, di Carlotto, semplice e diretta, neutrale quanto crudele, accompagna il lettore in questo vortice di eventi e sentimenti, senza mai calcare la mano ma quasi impedendo di sollevare lo sguardo. Sino al finale, che ricorda lo schema già utilizzato nel suo (straordinario) romanzo “Il Turista”; dove i protagonisti si accomiatano dal lettore con un finale certo ma non definitivo, liberi di proseguire la propria strada nell’oblio della narrazione.
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