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2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento10/04/2020
Noi, gli italiani, e "gli altri"
Un saggio in forma di lettera, indirizzata a Dragan, bambino rom cui sono state prese le impronte digitali: l'inchiostro sul foglio sembra testimoniare la "macchia" della razza di cui al titolo. Una lettera in forma di esame di coscienza collettivo: noi e "gli altri": Noi italiani, ci riteniamo buoni, non razzisti, ma siamo colpevoli. DI ipocrisia, egoismo, indifferenza. Noi che emigrammo in massa tra Nord Europa e Americhe, oggi che in Italia arrivano "gli altri" come africani e asiatici, parliamo di sicurezza per tacitare la paura della loro invasione; li accusiamo di essere tribali perché " Abbiamo sempre bisogno di un nemico, e se non c'è, lo si inventa (pag. 52). Noi, quando colonizzammo Libia, Somalia ed Etiopia, dichiarammo di farlo "per costruire strade, scuole, per istruire, per civilizzare", mentre "gli altri", i cattivi Inglesi e francesi, erano andati in Asia ed Africa "solo per sfruttare e depredare" (pag. 12). Facciamo valere, anche oggi, la diversa nazionalità e cittadinanza, per costruire diritti diversi (etnicizzazione del diritto), invece di far valere i diritti dell'uomo, universali. Perché esiste una sola razza, quella umana, sostiene l'antropologo Aime, come già Einstein. Non solo siamo tutti africani, discendenti da un migliaio di individui che lasciarono il Continente Nero ma, riandando indietro con le generazioni, anche "tutti parenti" (pag. 62). L'autore, pur allegando, a fine libro, il testo integrale dell'inumano "Manifesto della razza" (5 agosto 1938), spera che ci si ravveda e ricorda le parole di Nelson Mandela: "Le persone odiano perché hanno imparato a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore arriva nel modo più naturale nel cuore umano che il suo opposto".Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato

