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L'anno dei misteri : [un'indagine del commissario Bordelli]

Vichi, Marco <1957- >

Giallo Guanda <casa editrice> 2019

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È il 6 gennaio del '69 e molti italiani si preparano a vedere la «finalissima» di una delle trasmissioni più popolari e seguite, Canzonissima. Anche il commissario Bordelli si siede davanti al televisore per godersi la serata, ma una telefonata della questura lo strappa dalla poltrona e lo costringe a uscire di casa: una ragazza è stata uccisa, proprio mentre andava in onda la sigla... [...]
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  • 1 / 1 utenti hanno trovato utile questo commento
    30/01/2025   

    Una sicurezza

    Anche questo libro,per chi segue le vicende del commissario Bordelli, è una sicurezza:i suoi pensieri e stati d'animo,le sue ansie e i suoi dolori sono sempre lì e accompagnano il lettore pagina dopo pagina.Ormai conosciamo bene i suoi amici e colleghi,le sue abitudini e immaginiamo già come reagirà agli eventi luttuosi e felici che lo vedranno partecipe.Diciamoci la verità,i libri di questa serie non si leggono per l'intreccio giallo,per conoscere l'assassino,ma per vivere ancora e ancora le avventure umane di questo protagonista così ruvido e sentimentale allo stesso tempo.
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  • 4 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Dario Tramacere

    04/02/2020
      

    Il commissario Bordelli è tornato, eccóme!

    In questo nuovo episodio, il commissario dovrà risolvere il caso dell’assassinio di una giovane donna ma anche individuare e neutralizzare un pericoloso maniaco omicida (oggi lo definiremmo un «serial killer») specializzato nell’efferata uccisione di prostitute con determinati requisiti fisici. Nel mentre, per non farsi mancare nulla, verrà in possesso di documenti che testimonierebbero l’organizzazione di un presunto colpo di stato, recanti una «firma» inquietante: JVB, come Junio Valerio Borghese, il famoso «principe nero». Non basta: dovrà affrontare il tenente Silvis, che si è imbattuto in maniera casuale nel caso di Giacomo Pellissari (la giovane vittima di “Morte a Firenze”) e si è posto una domanda inquietante. Infine, c’è la resa dei conti con il commissario Gorghi, da lui sempre ritenuto un pessimo soggetto inadatto al ruolo. Nonostante le quasi cinquecento pagine, il libro scorre velocemente e gradevolmente. L’unico momento di stasi (chiamiamolo così) è in occasione dell’immancabile cena con gli amici, dove non può venir meno l’usanza di raccontare a turno una storia; ma, almeno, avremo l’occasione di scoprire un lato nuovo ed inatteso del cugino Rodrigo. I pensieri di Bordelli, le descrizioni di luoghi e vicende del passato, le sue ansie e le sue speranze riempiono le pagine del libro ma non appesantiscono la narrazione, a differenza di quanto avvenuto in altri recenti romanzi. Il suo sguardo attento interroga il quotidiano, di cui legge le aspettative (soprattutto negli occhi dei giovani) e coglie le possibili insidie. E su tutto, nella sua mente, regna una consapevolezza non banale: che insieme ai ricordi, alle delusioni ed alle speranze porterà con sé nella tomba anche tanti segreti. Segreti legati anche alla sua attività di commissario, durante la quale, in nome della sua personalissima «pìetas», ha talvolta (ed anche qui) assunto le veci del destino, cambiandone gli esiti; oppure, addirittura, ha vestito i panni della nemesi. Insomma, pur senza raggiungere il livello di “Morte a Firenze”, Marco Vichi ci offre il miglior romanzo della serie degli ultimi anni (a mio giudizio), restituendoci un Bordelli sempre circondato dai suoi amici e dalla sua fidatissima squadra (a cominciare da Piras), ma soprattutto assai più vitale. Merito, probabilmente, anche di Eleonora, tornata in pianta stabile nella vita del commissario. Ed a lei è legato l’ultimo «segreto» del libro: l’emozione di una impensabile e nascosta lacrima di Bordelli.
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