Il ritmo, successione di forme di movimento, di suoni, pause, luci, buio, è un concetto che accomuna sia i libri che la musica: i romanzi belli hanno ritmo e leggerli è piacevole quanto ascoltare una canzone. «Se in un testo non c'è ritmo, nessuno lo leggerà», afferma Murakami Haruki, che ha imparato a scrivere ascoltando musica e per la quale nutre vera passione.
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I suoi romanzi sono percorsi da una costante colonna sonora, formata dalle canzoni che suoi i personaggi ascoltano o in cui si imbattono per caso, lui stesso ha gestito un jazz club a Tokyo potendo così oggi, anche per questo, vantare come amico d'eccezione il grande maestro Ozawa Seiji, direttore di importanti orchestre nel mondo tra cui la Boston Symphony Orchestra diretta per ventinove anni dal 1973 al 2002. Una sincera amicizia unisce i due appassionati, professionisti entrambi, che li ha portati, insieme all'amore profondo per la musica, alla decisione di scrivere questo v.: sei conversazioni e quattro interludi che spaziano da Beethoven ai collezionisti maniacali di dischi, da Brahms al rapporto tra musica e scrittura, da Mahler al blues, alla formazione dei giovani musicisti talentuosi. Lo scritto è una insolita guida all'ascolto, all'analisi, scomposizione e storia della musica e di suoi protagonisti, per rivivere l'armonia di incontrarsi tra amici, parlare di ricordi, di emozioni legate a questo amore assoluto.