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08/12/2021
Petali di eterna speranza
Accompagnata da un’illustrazione tendente alla realtà, Roberto Innocenti guida con inquieta armonia la drammatica narrazione che queste pagine avvolgono a sé. «A volte pareva che nulla fosse cambiato.» Eppure, proprio quel «pareva», è come fosse un Altrove a noi vicino, perennemente presente e fluente come i colori del fiume che Rosa ama, irraggiungibile e contemplativo nel suo essere specchio di un cielo che tutto accoglie e tutto osserva. Rosa Bianca, i cui colori son pervasi dello Spirito che lei sussurra nel corso del racconto, raccoglie nel suo nome il bianco di un’età già adulta violata dal grigio di una malattia che porta il nome di Guerra, il bianco di una stagione che indefessa posa il suo battito sull’inascolto umano, il bianco prigioniero di un immobile colore nero che, nel suo esser veste, è esso stesso morte. Alla voce del bosco, muta la voce di «uniformi straniere» che l’ovunque raggiungono ma nulla vivono: è qui, che l’eco della radura che segue, pervade e acceca con il suo essere primavera che innalza al cielo arborei fuochi d’artificio, di fiori e meraviglia cosparsi. Un’opera che potrebbe raccontarsi ed esser raccontata anche per mezzo delle sole immagini, che restituiscono un passato che ancora è presente, e che nel suo dirompente futuro è già qui adagiato nel ricordare il suo «Non ti scordar di me». Una viva Storia che sento di suggerire nell’avvicinare alla lettura dedicata da Marisa Madieri a “La radura”, in “Verde acqua, la radura e altri racconti” (Einaudi, 2016).Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato