Khaled è libico e ha poco più di trent'anni, ha partecipato alla rivoluzione per deporre Gheddafi ma la rivoluzione lo ha 'tradito'.
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Così lui, che voleva fare l'ingegnere e costruire uno Stato nuovo, è divenuto l'anello d'una catena che gestisce il traffico di persone: organizza traversate del Mediterraneo, smista donne, uomini e bambini dai confini del Sud fino ai centri di detenzione, quelle carceri legali e illegali in cui vengono rinchiusi i migranti in attesa delle partenze, dove i migranti vengono torturani, stuprati, ricattate le loro famiglie. Khaled assiste, a volte partecipa: lo fa per soldi e non si sente un criminale, perché abita in un Paese che sembra non conoscere alternativa al malaffare.