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2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento05/02/2021
Un classico della cultura europea della Mitteleuropa.
La letteratura della Metteleuropa, secondo Claudio Magris, comprende scrittori come Thomas Mann o Robert Musil, Karl Kraus o Arthur Schnitzler, accanto ai quali assegnare un posto di primo piano proprio a Franz Kafka. "Il processo" è scritto nei primi anni della Prima Guerra e pubblicato quando i guasti del dopo guerra stanno per produrre la tragedia del fascismo, del nazismo. L'aria pesante, claustrofobica, opprimente, insicura, senza regole certe si avverte nelle pagine di questo che è il libro più famoso di Kafka, tanto da diventare l'aggettivo della pervasività misteriosa quanto implacabile della burocrazia: kafkiano. Nonostante sia incompiuto, "Il processo", oltre ad essere frutto di un'allegoria fantastica, è anche pieno di riferimenti filosofici, proprio come i romanzi della stessa corrente, che sono storie, ma anche saggi filosofici, politici, di sociologici, psicologici. Ma altre considerazioni ci invitano a leggere o rileggere questo libro, per esempio la difficoltà che storicamente si riaffaccia di un corretto esercizio della giustizia, e quindi la questione del rapporto tra verità processuale e quella reale, del rapporto accusa e difesa, che poi è il nesso della dialettica tra le forme del potere e i diritti delle persone, siano essi individuali che colletivi. Kafka aggiunge a queste problematiche una cifra onirica che è il suo inconfondibile stile narrativo.Hai trovato utile questo commento?SI NO | Segnala come inappropriato