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2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento08/05/2024La parola reportage evoca l'avventura, ci fa pensare a quei temerari muniti di taccuino e macchina fotografica che attraversano i deserti su mezzi scalcagnati o si appostano nei luoghi più impervi per cogliere il momento clou di un fatto. Sebbene non in questi termini, Kapuscinski ci racconta il suo girovagare da corrispondente per la stampa polacca prima in India, poi in Cina e infine in Africa. A fargli compagnia, con le sue Storie sulle guerre tra Greci e Persiani, è Erodoto: "un romantico curioso di tutto, con la passione del sapere per il sapere". Erodoto è un reporter di razza, "gira, osserva e ascolta per poi immagazzinare, per iscritto o nella memoria, ciò che ha sentito". E via via che procede nella lettura, il viaggio dello scrittore polacco si sdoppia: in uno fa il suo lavoro di reporter, annotando usi costumi e avvenimenti dei luoghi in cui è assegnato, nell'altro segue le orme di Erodoto, ne legge alcuni passi e li commenta ponendosi domande e tentando una contestualizzazione. Kapuscinski è affascinato dalla narrazione di viaggio perché egli stesso è narratore dei suoi viaggi, e d'altra parte lo confesserà apertamente: "solo in viaggio un reporter si sente se stesso e a casa propria". Questo spirito l'autore lo ritrova in Erodoto e ce lo trasmette, come un discepolo che riporti la parola del maestro. Libro ricco di riferimenti colti, avvincente per chi vive la storia come una seconda pelle.Hai trovato utile questo commento?
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