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Se questo è un uomo

Levi, Primo <1919-1987>

narrativa Giulio Einaudi editore 2014

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Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. [...]
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  • 2 / 2 utenti hanno trovato utile questo commento
    25/03/2025
      

    Al centro la persona

    "Se questo è un uomo" è un libro che si focalizza sulla persona e sui suoi sentimenti rispetto al contesto in cui si trova e per questa sua caratteristica si distingue sicuramente da molti altri volumi che trattano il tema dei campi di concentramento. L'autore definisce come protagonista l'umanità o la sua assenza e pone l'attenzione sul cambiamento a livello di spirito che le sofferenze possono comportare. La domanda che nasce spontanea leggendo il libro, soffermandosi su quanto vuole evidenziare Primo Levi, è: "Avrei resistito/sarei stato capace di adattarmi e trovare uno spiraglio di luce pure quando non sembrava esserci?". Quello che emerge è che non tutti sono resilienti e non tutti riescono a fare piccole cose eticamente non giuste all'occorrenza per sopravvivere...perchè a volte mantenere l'umanità è più importante.
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  • 5 / 5 utenti hanno trovato utile questo commento

    Francesco Ciufoletti

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    09/05/2023
      

    Se questo è un uomo è un grande classico della letteratura italiana, e non solo, che ripercorre le vicende autobiografiche dell'autore, Primo Levi, rinchiuso per poco più di un anno nel campo di concentramento di Auschwitz. Esso parte dall'arresto da parte dei nazisti, all'internamento nel campo di transito di Fossoli in provincia di Modena e al definitivo trasferimento nel Lager di Auschwitz. Questo libro parla, in maniera a-critica e scientifica, della vita di tutti i giorni dei rinchiusi nel Lager, persone ebree di molte nazionalità che si trovano costrette a vivere l'abominio dell'Olocausto. Si parla delle regole, infinite, presenti all'interno del Lager e a cui tutti dovevano scrupolosamente attenersi, si parla della perdita di dignità degli internati privati dei più elementari diritti, si parla soprattutto di umanità perchè Primo Levi ribadisce un concetto per tutto il libro, il diritto a non prestare il proprio consenso alla barbarie nazista, il diritto a rimanere umani nonostante tutto, il diritto a ricavarsi una nicchia di decenza e dignità quando tutto intorno brulica e trionfa l'odio, il disprezzo, la disumanità e l'abbrutimento umano. Un capolavoro che deve farci riflettere e che non può essere dimenticato. Tradotto in molte lingue è un vero classico della letteratura non solo italiana ma anche internazionale. Consigliatissimo. Approfondisci Canto 26 Inferno di Dante: riassunto
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